La Repubblica inquieta
- Autore: Giovanni De Luna
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2017
“L’Italia della Costituzione 1946-1947” è il sottotitolo del volume “La Repubblica inquieta” (Feltrinelli, 2017), seguito ideale de “La Resistenza perfetta” (Feltrinelli 2015), nel quale l’autore, Giovanni De Luna, che insegna storia presso la Scuola di studi superiori dell’Università di Torino, analizza i primi tre anni di vita della Repubblica Italiana.
Nel testo
“dedicato alle italiane e agli italiani che vissero con passione e impegno gli anni di formazione della nostra Repubblica. In particolare a quelle e a quelli che hanno scelto di consegnare alla storia le loro memorie, raccontando quel periodo in modo da consentirci oggi di conoscerlo e riviverlo”
Giovanni De Luna prende in esame gli anni nodali della giovanissima Repubblica Italiana. Anni nei quali il nostro Paese uscito a fatica dalla II Guerra Mondiale, cercava la propria anima repubblicana attraverso una classe politica che riuscì a elaborare una Costituzione moderna, legge fondamentale dello Stato italiano, intrisa di principi fondamentali.
Mediante la simbolica cover, una fotografia di Dmitri Kessel proveniente da The LIFE Picture Collection/Getty Images, istantanea di madre e figlio su una Vespa, che vanno verso il futuro, Giovanni De Luna mostra una galleria di personaggi quali Alcide De Gasperi, Palmiro Togliatti, Ferruccio Parri e Pietro Nenni, costringendo il lettore a una severa riflessione sulla nostra identità e sul nostro passato comune. Personaggi abilmente intrecciati alle vicende personali di chi era tornato dalla guerra o di chi aveva deciso di cercare fortuna negli Stati Uniti, con la mente e nel cuore il sogno americano. In questo modo, com’era avvenuto nel libro “La Resistenza perfetta”, Giovanni De Luna fa sfilare la nostra storia nazionale.
Il testo nasce cercando di rispondere alla seguente domanda:
“È vero che la Resistenza aveva sostanzialmente fallito l’‘occasione storica’ di rinnovare profondamente le strutture portanti di questo Paese?”.
Eppure in quei tre anni (1946/1947/1948) era accaduto di tutto: il 2 giugno del 1946 i nostri nonni erano andati a votare e, per la prima volta dopo venti anni di dittatura, tutti erano stati in grado di esprimere una libera volontà. Aveva votato circa il 90% dell’elettorato
“in una febbre di partecipazione politica vibrante come una molla troppo a lungo compressa da un regime totalitario”.
Il popolo italiano, per la prima volta anche le donne, aveva scelto la Repubblica come la nuova forma dello Stato, azzerando una monarchia, i Savoia, troppo compromessa con il fascismo. Quindi ci si era data una Costituzione che fino a oggi ha rappresentato un patto di cittadinanza efficace e carico di valori civili in cui potersi riconoscere. Ma l’Italia di allora, quella dei nostri avi, com’era?
Con imparzialità e verità storica Giovanni De Luna descrive un Paese povero, ancora essenzialmente legato all’agricoltura con una base industriale molto ristretta, limitata al “triangolo Milano, Torino, Genova”. I trasporti erano difficili, le ferrovie che coprivano in modo soddisfacente soltanto i percorsi lungo le due fasce costiere (il 40% delle stazioni era stato seriamente danneggiato dalla guerra). Infatti, le distanze si erano spaventosamente allungate. Non dimentichiamo le ferite della guerra, la tragica eredità delle devastazioni seguite a un biennio in cui l’intero territorio nazionale era stato trasformato in un campo di battaglia. Nel ’45 si contavano due milioni di case distrutte, 1.600.000 disoccupati, le perdite patrimoniali ammontavano al 17% della ricchezza nazionale. I caduti militari risultarono essere 291.376 tra morti e dispersi, 153.147 le vittime civili. Sull’Italia era stato sganciato complessivamente un milione di bombe (per un totale di 350.000 tonnellate di esplosivo); molti ordigni inesplosi (circa il 10% del totale) continuarono a causare morti e feriti anche dopo la fine della guerra. “La Repubblica inquieta”, della quale Giovanni De Luna ricorda in una recente intervista la grande qualità della classe politica, prendendo a modello il discorso dell’allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi alla Conferenza di Pace pronunciato il 10 agosto 1946 a Parigi:
“Prendo la parola in questo consesso mondiale e sento che tutto, tranne la vostra cortesia, è contro di me”.
La Repubblica inquieta
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