

La fame del Cigno
- Autore: Luca Mercadante
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2025
Inquietante ma molto interessante il romanzo che esce per Sellerio a firma di Luca Mercadante dal titolo La fame del Cigno
Protagonista è un ex pugile cinquantenne, Domenico Cigno, ora grande obeso, che divora quattro cornetti farciti per colazione ogni mattina, mentre lavora per un giornale locale come cronista sportivo al seguito del Napoli; ci troviamo in quel territorio, noto per le cronache nere e non solo, che occupa il tratto di costa che va da Napoli a Gaeta, sulla via Domitiana. Regno della prostituzione di giovani donne africane, del narcotraffico, dello spaccio, dell’illegalità diffusa; proprio in un anfratto della costa, i Regi Lagni, fogne a cielo aperto, luogo di degrado incredibilmente tollerato, viene trovato il cadavere di una giovane donna, impigliato tra liane e alghe schifose.
La scoperta si deve a Cigno e al suo amico Tony, che, aiutati dalla coppia di guardie forestali, il nativo Ruoso e il suo aiutante piemontese, riescono a trattenere il cadavere, un donna nera, forse bianca, con una felpa rossa e nastri natalizi che le fasciano il corpo. Ecco la partenza, tra Mondragone e Castel Volturno, di questo romanzo noir, ironico come il suo protagonista, che durante il coraggioso tentativo di trovare il bandolo di una matassa sempre più ingarbugliata affronta ogni pericolo, rischia ferimenti, botte e muore quasi, nella ricerca della scomparsa ragazza torinese Viola De Santis, che aspirando alla carriera di giornalista d’inchiesta è arrivata in quel luogo pericoloso e si è avvicinata troppo a tipi poco raccomandabili. Bob, un giovane nero che suona nei locali e non disdegna lo spaccio, entra in contatto con lei, che dopo poco scompare. Il ragazzo verrà arrestato e si dichiarerà colpevole, anche se Cigno non crede affatto a quella confessione. Il giornalista di cronaca locale sportiva ha grande intuito e decide che la ricerca della giovane Viola è per lui un motivo di riscatto professionale e umano.
Per tutto il lungo racconto, oltre quattrocento pagine dal ritmo incalzante, Mercadante ci accompagna in un luogo spaventoso, dove il confine tra la legge e l’illegalità, siano esse mafia, traffico di droghe pesanti come quella dello stupro (l’Alcover è la più letale e purtroppo anche la più diffusa) è troppo esile.
Jana Nowak è un’avvocata di origine polacca a cui hanno ucciso un marito nero, che si batteva per i diritti degli immigrati senegalesi sfruttati, madre di una nidiata di figli di ogni età; Mammazia è una vecchia africana il cui figlio Bob forse è l’assassino di Viola, e ancora Maurizio è il capo di Cigno, che ondeggia tra l’atteggiamento severo con il suo redattore e la certezza che lui ci sa fare più degli altri, tanto da affiancargli la debuttante Caterina, anche lei ambiziosa reporter dei quotidiani on line, e i due raggiungono più rapidamente i lettori.
Ma a mio parere l’aspetto più interessante e coinvolgente di questo noir un po’ sui generis è la descrizione del territorio: Castel Volturno, Baia Verde, Destra Volturno feudo intoccabile di King Jamal, un capo nero potente, Pescopagano, i Regi Lagni, tra Mondragone e Giugliano, una striscia di territorio al confine tra Lazio e Campania nel quale il degrado etico si unisce al razzismo e alla violenza sulle giovani donne, che una chiesa non sempre capace cerca di arginare; infatti Don Tommaso fa quel che può, ma è a sua volta invischiato dalla rete di connivenze, opportunismi, alleanze non sempre limpide.
L’obeso protagonista che mangiucchia M&M come una droga finirà per salvarsi dagli attentati alla sua vita dettati da un’eccessiva curiosità investigativa, proprio per la sua adipe in eccesso.
La città che fa da sfondo a questa storia esiste, ma quella che avete incontrato leggendo è la sua ricostruzione immaginaria
dice Luca Mercadante a conclusione del suo romanzo. Temo invece che la realtà sia peggiore della sua invenzione letteraria, che l’autore ricostruisce servendosi di un linguaggio ibridato tra il dialetto, l’inglese, la lingua quotidiana mediata dai social e le citazioni colte.

La fame del cigno
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