La figlia dello speziale. Prima e seconda parte
- Autore: Erica Bonansea
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Italia settentrionale, prima metà del 1600, due innamorati, un matrimonio contrastato, il conflitto franco-spagnolo per il Monferrato, la peste che infuria al seguito della soldataglia, falcidiando la popolazione.
Sì, è la stessa epidemia descritta dallo sciur Manzoni, nello stesso periodo della guerra dei Trent’anni in Europa. Non insisteremo sul confronto con I Promessi Sposi, perché non è sulla grande letteratura che si misura la buona cifra narrativa di Erica Bonansea.
Della scrittrice piemontese, prendiamo in considerazione questa volta L a figlia dello speziale, un romanzo di cappa, spada, cuore e sentimenti, in due volumi, pubblicati nell’agosto 2022, 174 pagine e nel novembre successivo, 230 pagine, da LAReditore di Perosa Argentina, nella collana “Memorie”, in collaborazione con il settimanale locale“ L’Eco del Chisone”.
È uno dei suoi franchi e freschi prodotti narrativi, riconoscibili per l’impronta caratteristica personale della docente pinerolese di tedesco nei licei: un mix efficace di Romance appassionato e di historical novel perfettamente calata nel periodo storico di riferimento. Il XVII secolo, in questo caso.
Le coordinate spazio-temporali indicano Pinerolo 1628-1629 e Pinerolo 1630-1632 nei due volumi, ma l’azione si sposta anche altrove in Piemonte. I due spasimanti non sono fidanzati in attesa delle nozze, perché lei è già andata sposa a un altro e “questo matrimonio non s’ha da fare” per via del legame nuziale già stretto da Bianca per volere paterno. In giro per Pinerolo ci sono truppe francesi, invece dei tercios imperiali del Vicereame spagnolo di Milano. Siamo nel Piemonte occidentale e non in Lombardia, per quanto il periodo dell’assedio di Casale Monferrato sia coevo al racconto manzoniano.
Dopo la saga della famiglia Aubert, nella trilogia ambientata a Pinerolo a metà Settecento (avviata nel 2016, per LAReditore con La casa oltre le mura), l’autrice dichiara di avere voluto cimentarsi con il Seicento, che l’ha sempre affascinata. Aveva finora raccontato della città fuori la vecchia cinta e ora si è concentrata sul centro abitato all’interno delle mura medioevali. Le vicende si svolgono intorno al 1630, anno cruciale per Pinerolo, che subisce due rovesci contemporanei: l’inizio della seconda dominazione francese e la pestilenza.
La storia dei due protagonisti, Bianca ed Elia, incrocia quella del Piemonte, la guerra tra francesi e spagnoli per la successione a Mantova e Casale e il morbo che aggredì il ducato di Savoia.
Sono molto giovani. Lei apprende la scienza e la tecnica della farmacopea e cerca di collocarsi nella società, di farsi riconoscere ufficialmente come speziale, superando l’handicap a quei tempi d’essere donna. Lui è un attore girovago, saltimbanco, giocoliere, vive in un carro con una compagnia di giro, rappresenta un mondo di senza radici, refrattari alle regole.
Sono assecondati da personaggi di fantasia e da figure realmente esistite. Di alcuni si trovano tracce negli archivi pinerolesi di quegli anni. Il conte transalpino Antoine de Toulongeon di Borgogna è stato il primo governatore francese della città. Il nobile Ludovico Scozia si distinse per l’assidua attività nell’amministrazione cittadina. Lo speziale Gaspare Olivero possedeva effettivamente una spezieria a Pinerolo, in quegli anni.
Bianca è sua figlia, legata alla bottega paterna ed ai poteri curativi di farmaci e preparati galenici. La madre proviene da una famiglia di raccoglitori di erbe iniziati agli antichi riti della Madre Terra e possiede il dono della diagnosi d’istinto, la sensibilità d’intuire i malanni delle persone. Elia è figlio adottivo di Giorgione e Zina, una coppia di artisti girovaghi che con il resto della compagnia vivono dei proventi in natura e dei pochi denari ricavati dagli spettacoli nelle piazze delle cittadine piemontesi.
Galeotta, per i due giovani, è la fiera di Pinerolo del settembre 1628: Bianca cura la bronchite di Zina. Nell’incontro tra due ragazzi di origini tanto diverse, emergono il modo di sentire comune e tante affinità, ma se l’età li unisce la sorte li separa. Elia deve accompagnare nell’abbazia di Staffarda il fratello che vuole farsi monaco. Bianca va sposa ad Aurelio, figlio di speziale anche lui, che potrà affiancarla nel portare avanti la spezieria.
Quando Elia si ripresenta per chiedere la mano della ragazza, scopre che la giovane è già coniugata (e infelice, con uomo gretto e incapace in bottega).
Sempre dinamiche e riuscite le pagine d’azione di Erica Bonansea: Richelieu ha conquistato Rivoli e sta puntando verso Pinerolo. Hanno stretto la città sotto assedio… Stanno cannoneggiando le mura… Le difese hanno ceduto a est, si combatte a San Domenico… La gente si asserraglia nelle case, chiude le imposte e attende con trepidazione.
Si tratta la resa condizionata, la comunità manterrà a proprie spese il presidio francese. In cambio, né le prerogative municipali, né cittadini e famiglie subiranno molestie.
Con i soldati di Luigi XIII è entrata nelle mura anche la peste. Una decina di giorni dopo il primo caso del 14 aprile, la città è nel caos: gli ammalati vengono trasportati nella cascina accanto alla cappella di San Lazzaro, ma sono sempre di più, lo spazio non basta. Si costruiscono in fretta ricoveri di legno da adibire a lazzaretti, tuttavia la gran parte degli appestati è ancora dentro le mura. Anche i conquistatori francesi cercano di contenere il morbo.
L’arcivescovo di Bordeaux, al seguito del cardinale Richelieu, suggerisce di adottare delle norme sanitarie e si è in attesa di medicinali da Lione e di medici da Tolosa. Pinerolo è devastata da un vero flagello biblico.
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