La figlia oscura
- Autore: Elena Ferrante
- Casa editrice: E/O
- Anno di pubblicazione: 2006
“La figlia oscura” di Elena Ferrante: ecco un libro che mi presenta un mucchio di personaggi antipatici e che ciononostante definisco artistico.
Non mi sta simpatica Leda, la protagonista narrante. È un’insegnante universitaria divorziata in vacanza, con le figlie ormai grandi che hanno raggiunto il padre in Canada. È una donna che si è costruita una cultura e una finezza che la rendono estranea al mondo popolare da cui proviene, ma che ha assunto il ruolo materno scontrandosi con ambiguità che non si aspettava.
Non mi sta simpatica Nina, la giovane madre incontrata in spiaggia che prende Leda come modello di vita indipendente e sicura, ma che alla fine risulta quanto mai inaffidabile nelle parole e nei fatti
Non mi piace la chiassosa e maleducata parentela di Nina e non mi piace neanche Elena, la piccola figlia di Nina, capricciosa e già donna fatta nelle sue bizze.
Eppure, nonostante tutte le antipatie che suscita, il libro mi è piaciuto. Lo definisco artistico perché l’arte svela qualcosa che di solito è confuso nelle nebbie del quotidiano e questo romanzo strappa l’immagine stereotipata della maternità per sondarne i lati oscuri.
Leda ha abbandonato le figlie piccole. Leda ha sottratto l’amatissima bambola a Elena. Ma Leda è anche tornata dalle sue figlie e ha provato ad aiutare Nina con la relazione che ha instaurato col bagnino. Sono tutti gesti le cui ragioni non sono del tutto chiare nemmeno alla protagonista e questa mancanza di chiarezza, che spesso incontriamo nell’emotività femminile, è un altro velo di nebbia che si solleva dalla realtà: Elena Ferrante, dicendoci che i lati oscuri ci sono e restano tali, ha compiuto un altro gesto artistico, ci ha proposto la sua verità.
Soprattutto, qui a essere intaccata è la tradizionale immagine granitica della maternità tutto amore e vezzeggiativi.
Forse, una caratteristica che può essere un difetto è che questo romanzo è, a mio parere, per sole donne: se già le donne faticano a capire se stesse, come può un uomo capire questo libro?
La figlia oscura. Ediz. tie-in
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Io l’ho trovato pessimo. I temi erano anche interessanti, ma il finale che non conclude nulla, lascia tutto in sospeso, nulla di sviluppato. La lettura è pesante, ci sono perfino sgrammaticature. Non è questione di chi "sta antipatico" al recensore, ma di psicologia dei personaggi incompleta, superficiale e banalizzata. A me sembra davvero poco artistica. E se gli uomini devono farsi un’idea delle nostre difficoltà leggendo questo, diventano tutti misogini e hanno ragione.