La frantumaglia
- Autore: Elena Ferrante
- Casa editrice: E/O
Elena Ferrante è la più misteriosa delle nostre scrittrici, figlia della narrativa di Anna Maria Ortese e di Elsa Morante, che ha trovato l’acme della sua bravura con "L’amica geniale" (E/O, 2011) e "Storia del nuovo cognome" (E/O, 2012).
Sul titolo di questo smilzo libro, sempre edito da E/O nel 2007, scrive:
“Mia madre mi ha lasciato un vocabolo del suo dialetto che usava per dire come si sentiva quando era tirata di qua e di là da impressioni contraddittorie che la laceravano. Diceva che aveva dentro una frantumaglia”
"La frantumaglia" non è un epistolario né un diario, ma un congegno ad orologeria sulle emozioni e sulle abitudine della scrittrice che in un’intervista all’Unità nel 2002 dichiarava:
"Per un desiderio un po’ nevrotico di intangibilità. La fatica di scrivere tocca ogni punto del corpo. Quando il libro è finito, è come se si fosse stati perquisiti senza rispetto, e non si desidera altro che riacquistare integrità, tornare ad essere la persona che comunemente si è, nelle occupazioni, nei pensieri, nel linguaggio, nelle relazioni. Pubblica del resto è l’opera: lì c’è tutto quello che abbiamo da dire. Oggi a chi importa veramente della persona che l’ha scritta? L’essenziale è il lavoro fatto".
Elena Ferrante riconosce che le sue muse sono Ortese e Morante, scrive delle sue idiosincrasie, dei suoi rapporti con la scrittura, sul concetto di realismo nelle letteratura.
La misteriosa narratrice rivela che si sveglia molto presto la mattina, legge i quotidiani, legge e legge e poi scrive fino a sera. Vengono fuori le fragilità, le mille riscritture perché mai contenta del suo narrare. La letteratura buona e cattiva è sempre metafora.
E’ proprio in atmosfere pesanti e soffocanti che Elena Ferrante ambienta le sue storie, nelle immondizie del proprio passato, alla ricerca dei propri fantasmi rimossi e maleodoranti. Uno sporco che libera un’enorme sensualità diventando candido.
Scrive malissimo della televisione, del potere che ha nel nostro paese, dove i lettori non crescono:
"E i personaggi, i protagonisti della mitologia socialtelevisiva
sono vissuti dal pubblico proprio come nei romanzi, sospendendo l’incredulità, accettando cioè un patto in base a cui ti disponi a prendere
per vero tutto ciò che ti sarà raccontato. Un romanzo sull’oggi, avvincente, ricco
di personaggi e di eventi, dovrebbe essere un romanzo su e contro la sospensione dell’incredulità, ecco un bel paradosso a cui mi piacerebbe lavorare."
Elena Ferrante è una donna difficile, sospettosa, una vera scrittrice. Chi è? Non importa.
La frantumaglia. In appendice Carte 1991-2003. Tessere 2003-2007. Lettere 2011-2016. Ediz. ampliata
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