La linea Maginot. I luoghi della “muraglia invalicabile”
- Autore: Mario Bussoni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2008
“On ne passe pas”, non si passa, la linea Maginot sembrava insuperabile, a detta dei progettisti e costruttori, tra il primo e secondo conflitto mondiale. Ma l’affermazione si è rivelata solo uno slogan beffardo, al pari del mussoliniano “Vinceremo!”. Si può ancora visitare qualche sezione, rimasta in piedi e restaurata, dei settori fortificati tra il Lussemburgo e il confine con la Germania, ed è dopo una serie di sopralluoghi che il giornalista e viaggiatore Mario Bussoni ha confezionato nel giugno 2008, per i Viaggi nella storia della casa editrice fidentina Mattioli 1885, l’agile guida illustrata La linea Maginot. I luoghi della "muraglia invalicabile" (170 pagine), illustrato con 90 fotografie a colori, 20 in bianconero e una cartina.
In forma di agendina baedeker, i volumetti di questa collana storico-geografica si offrono a quanti vogliano conoscere anche visivamente i luoghi di grandi eventi (sono ricchissimi di immagini in quadricromia) e mettono a disposizione dei turisti più curiosi uno strumento per andare a ritrovare le tracce del passato sul terreno stesso della storia. In un pratico formato tascabile, propongono tra l’altro itinerari turistici, con la descrizione dettagliata di ogni fortificazione – nel caso specifico – e indirizzi utili a un soggiorno in vacanza. Ma prima del contenuto per così dire ricreativo viene quello didattico e di apprendimento, con la sintesi efficace del contesto storico, la cronologia degli avvenimenti e biografie essenziali dei protagonisti principali.
Questo lavoro, in particolare, è stato realizzato con la collaborazione attiva dei Musei della Maginot, della Maison de la France, ente nazionale per il turismo e di numerosi Offices du tourisme locali della zona da visitare, profonda 20-25 km, estesa dalla Svizzera al Lussemburgo e intestata al ministro della guerra e grande invalido del conflitto 1914-18 André Maginot. Costosissima, era costituita da fortificazioni, sbarramenti anticarro, postazioni di artiglieria, nidi di mitragliatrici, blockhouse per proteggere la fanteria attestata a difesa.
Basate sul modo di combattere il grande conflitto precedente, impattarono contro il progresso bellico tecnologico e strategico. Avrebbero rappresentato un ostacolo insuperabile nella guerra di trincea e posizione di poco più di vent’anni prima, ma la blitzkrieg di movimento dei generali tedeschi, con le divisioni corazzate lanciate in profondità tra il canale della Manica e le Ardenne e appoggiate dal cielo di cacciabombardieri Stukas, dimostrò nel giro di poche ore la sua dispendiosissima inutilità.
Solo sfiorate e facilmente ignorate dalle panzer-divisionen, le grandi opere di ingegneria militare - ben 108 postazioni accuratamente fortificate e innumerevoli ostacoli ben difesi - si rivelarono superate da una guerra moderna inaspettata. Vennero semplicemente sorpassate e prese alle spalle. Aggirate sul fianco sinistro, le casematte più settentrionali della possente linea fortificata in cemento armato e cupole in acciaio vennero lambite dai combattimenti, ma non subirono danni rilevanti. Sono rimaste così la valida testimonianza di un “muro francese” che non svolse il ruolo assegnatogli nelle previsioni.
Dell’imponente complesso fortificato, lungo centinaia di chilometri, al momento in cui Bussoni ha realizzato questa guida erano state recuperate e ri-attrezzate a scopo museale 15 testimonianze. Altre 85 risultavano riconoscibili, ma in stato di abbandono, sebbene talune fossero visitabili, con cautela, per l’oscurità, per il rischio di crolli improvvisi, allagamenti, voragini. Infine, 8 erano ancora occupate dall’esercito francese.
La Maginot è la più grande è conservata linea di fortificazioni belliche al mondo, unica nel suo genere e sorge in regioni paesaggisticamente molto attraenti: Provenza e Costa Azzurra, Alsazia e Lorena, Prealpi verdeggianti e colline ondulate. Una visita è quanto mai suggestiva, non solo per quanti siano attratti dagli aspetti strettamente storico-bellici. Può interessare appassionati di architettura e costruzioni o anche semplici escursionisti, che non possono fare a meno di notare come in quei luoghi il tempo si sia fermato al 1940.
Fornendo notizie storico-militari, biografiche, tecnologiche, cronologiche e approfondimenti sui principali armamenti, la guida Mattioli vuol essere una risorsa valida e attuale in mano a quanti intendano coltivare un interesse storico spiega Bussoni e di chi voglia fare un turismo “diverso”, fuori dagli schemi precostituiti di quello di massa.
Lo stato di conservazione disomogeneo dei siti ha consigliato ai curatori del volumetto di suggerire ai lettori avvertenze che non si ritrovano nelle guide di altre località storico-militari. Si tratta di precauzioni importanti da osservare nella visita alle opere. Molte, specie quelle alpine, presentano spazi angusti, poco aerati e umidi, quando non parzialmente allagati. Si sconsiglia la visita da soli e senza avere preavvertito i custodi. In ogni fortificazione andrebbe adottato l’abbigliamento adatto: un copricapo, scarpe comode con suola di gomma antiscivolo, indumenti che proteggano dal freddo e dall’umidità. In alcune opere, specie alpine, una torcia elettrica può rivelarsi di grande utilità. Tanto all’interno che nei pressi va prestata la massima attenzione, perché non è raro trovare tondini di ferro esposti, buche e precipizi. E nel caso di bambini al seguito, la raccomandazione è di non farli mai allontanare e se possibile di tenerli sempre per mano.
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