La parabola della Gazzella, del Leone e la “Minna” di Salomone
- Autore: Benedetta Tomasello
Dopo il romanzo di chiara matrice autobiografica Buenos Aires 22, la scrittrice siciliana Benedetta Tomasello torna a scrivere e non manca di stupire per una tecnica narrativa sicuramente moderna che risente però dell’influenza di autori celebrati del passato, a partire da Joyce, uno dei padri del romanzo modernisti nonché profeta del flusso di coscienza perché come Joyce la scrittrice adotta diversi punti di vista e inoltre fa uso del discorso e del pensiero diretto libero non tanto come il Joyce prima maniera, ma piuttosto come accade nel romanzo in assoluto più sperimentale dello scrittore irlandese "La veglia di Finnegan". Come accade per Joyce, ma anche successivamente per Barthes e nel passato più remoto per Sterne, scrittore inglese vissuto a cavallo tra XVIII e XIX secolo che è definito padre dell’antiromanzo, l’innovazione sta anche nei diversi tratti tipografici (successivamente anche Camilleri, al quale probabilmente l’autrice si è ispirata ne "La scomparsa di Patò" utilizza la medesima tecnica).
Italiano e siciliano si mescolano, si fondono; onirico e fiabesco entrano nel racconto che non ha una fabula di stampo classico ma equivale quasi a una seduta psicoanalitica e costringe il lettore a stare all’erta fino all’ultima pagina.
Sicuramente una bella prova che ancora una volta dimostra le doti di un’autrice che sa osare.
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