La signora degli abissi
- Autore: Chiara Carminati
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
“Sylvia Earle si racconta” è il sottotitolo del volume “La signora degli abissi” (Editoriale Scienza, 2017, collana Donne nella scienza, illustrazioni di Mariachiara Di Giorgio) nel quale Chiara Carminati, autrice specializzata in didattica della poesia e vincitrice del Premio Strega ragazze e ragazzi 2016, narra la vita di Sylvia Earle, celebre oceanografa statunitense nata il 30 agosto 1935 nel New Jersey e cresciuta in Florida.
“Mi è sempre piaciuto stare sotto l’acqua”.
La piccola Sylvia viveva con i genitori e i suoi due fratelli Skip e Evan in una fattoria a Paulsboro nel New Jersey.
“Per noi bambini era il posto più bello del mondo”.
La vivace bambina amava trascorrere le sue giornate fuori di casa: la vigna, l’orto, il frutteto, il recinto dei cavalli erano per lei tanti luoghi da scoprire ed esplorare. “Le indagini di Sylvia” era il nome che la mamma aveva dato alle esplorazioni della figlia. La curiosa ragazzina portava con sé un block-notes e una matita per disegnare e prendere appunti.
“Osservavo tutto, e tenevo nota di tutto”.
Era stata proprio la mamma a introdurre Sylvia alle piccole grandi meraviglie della natura attirando l’attenzione della figlia sulle ali di una falena o sull’agilità di un’anatra. Ogni estate la famiglia Earle si recava a Ocean City, sulle rive dell’oceano Atlantico, a trascorrere le vacanze. Il naso di Sylvia avvertiva il profumo del mare prima di vederlo, poi superate le alte dune di sabbia, dove la voce dell’oceano diventava sempre più forte, ecco l’immensità dell’acqua così solenne e possente da mozzarle il fiato. Lungo la spiaggia Sylvia continuava le sue indagini raccogliendo le conchiglie e osservando i granchi. Nel 1948 la famiglia si era trasferita a Dunedin, sul Golfo del Messico, in Florida. Sylvia era rimasta incantata dal colore turchese e cristallino del mare che lasciava vedere il fondo. I suoi genitori le avevano regalato un paio di occhialini da nuoto in modo da immergersi e scrutare il fondo marino. Il suo papà l’aveva chiamata “girino”, perché la tredicenne era imbattibile sott’acqua, dove si muoveva come fosse nel suo ambiente naturale.
La futura oceanografa compì la sua prima immersione con uno scafandro nel 1952 a diciassette anni. Il fiume Weeki Watchee era stato il luogo in cui immergersi.
“Respirare sott’acqua!”.
Da quel magico momento Sylvia non si è più fermata e la sua passione è diventata il suo lavoro che è sempre stato volto a rendere l’umanità consapevole che dal rispetto dell’universo blu dipende la nostra stessa esistenza. La voce potente di Sylvia, antesignana nella sua professione, racconta ai ragazzi l’importanza di meravigliarsi e incuriosirsi con l’obiettivo di realizzare i propri sogni, perché ognuno di noi ha il potere di fare la differenza.
“Sono stata fortunata. Sono riuscita a seguire la mia passione, e a conoscere il mare vivendoci dentro”.
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