Nella tua pelle
- Autore: Chiara Carminati
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2024
Nella tua pelle (Bompiani 2024) della scrittrice Chiara Carminati racconta una storia che si ispira a fatti realmente accaduti ai primi del secolo scorso.
L’autrice, che è nata e vive a Udine, divide la sua vita tra scrittura e traduzione di storie e poesie per bambini e ragazzi e organizza incontri per bambini e adulti nelle biblioteche.
“Alla fine della guerra ci sono gli orfani dei morti e ci sono i figli dei vivi. E poi ci sono gli orfani dei vivi. Arrivano dai territori occupati dal nemico e da quelle che chiamano le terre redente, conquistate dall’esercito italiano durante i mesi di guerra”.
Erano orfani dei vivi, perché avevano una madre, che era stata costretta prima a partorire e poi a lasciarli negli orfanotrofi, e avevano perfino due padri. Uno era il soldato, che aveva stuprato e messo incinta la loro madre: austriaco, ungherese, italiano, bosniaco, poco importava. L’altro era il legittimo marito, che in quel momento si trovava sotto le armi ma quando era tornato a casa, alla fine della guerra, aveva trovato un bambino in più. Un intruso, concepito e nato durante la sua assenza.
“Un disonore. Un affronto inaccettabile”.
Quindi quelle madri avevano subìto violenza due volte: la prima dallo sconosciuto che le aveva violentate, la seconda dal marito o dalla famiglia, che le aveva costrette a sbarazzarsi del bambino, sotto pesanti minacce.
Le madri li avevano affidati all’Istituto per i figli della guerra, rinunciando per sempre a qualunque diritto su di loro. Così vengono chiamati: i figli della guerra. L’Istituto si trovava a Portogruaro, provincia di Venezia. Giovanna vi era stata portata quando aveva poco più di tre anni. La bambina non ricordava niente della madre, né aveva memoria di quello che aveva vissuto prima di giungere lì. Giovanna, 7 anni, era cresciuta insieme a tanti bambini come lei, tutti nella stessa condizione: rifiutati dalle famiglie come una vergogna e accolti pietosamente da suore, balie e signorine, che si prendevano cura di loro. A capo di tutto c’era il Monsignore, che si prodigava ad allevare e educare i fanciulli sempre nell’amore per il Signore e nell’armonia comune. Per questa infanzia che si può paragonare a una casa senza solide fondamenta di Giovanna, Caterina, Vittorio e dei loro compagni quanto avrebbe influenzato il loro carattere e il loro futuro?
Il cuore vivo di questa storia è custodito in un armadio. Un vecchio armadio di legno pieno di fascicoli, documenti, lettere, certificati, relazioni, che raccontano come tessere di un mosaico le vite di centinaia di bambini: quelli cresciuti nell’Istituto San Filippo Neri di Portogruaro, creato nel 1918 per accogliere i cosiddetti “figli della guerra.
Esempio rimasto unico in Europa di una simile istituzione.
All’Istituto San Filippo Neri si ispira quello citato nel romanzo, così come il personaggio del Monsignore ricorda tre figure, che all’Istituto sono storicamente legate: don Celso Costantini, che ne è stato il fondatore, suo fratello don Giovanni Costantini e don Giuseppe Falcon, tre sacerdoti che a lungo si sono occupati dei bambini dell’Istituto, “anche quando erano ormai diventati adulti”, svela l’autrice in una nota alla fine del volume.
A Chiara Carminati il merito di avere portato alla luce vicende poco conosciute, che incuriosiscono e arrivano al cuore. Leggendo le storie dei protagonisti sorgono spontanee empatia e ammirazione per tutte quelle persone, che, malgrado i loro lividi nell’anima, sperano e si adoperano per un domani migliore.
In effetti li chiamano anche così: i figli della guerra. Ma non è corretto. La guerra non fa figli, fa solo morti.
Nella tua pelle
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