La società segreta dei salvaparole di Enrico Galiano

Nel mese di giugno ho letto La società segreta dei salvaparole di Enrico Galiano (Salani, 2022), un libro interessante e coinvolgente che mi è piaciuto molto.

Trama - Tutto inizia il giorno in cui Samu, ragazzino dodicenne, si rende conto di essere l’unico a conoscere il significato della parola marmitta. Nessun altro sembra ricordarselo o aver mai sentito nominare questo termine. Da lì ogni giorno sono diverse le parole a sparire: formica, finestra... Per Samu non è un problema, finché non iniziano a scomparire parole come amicizia, arcobaleno e stelle. Grazie a Augusta Bacchetta, un’anziana signora considerata "pazza", Samu scopre poi di essere un ricordaparole. Ed è così che i due, insieme a Nico, il migliore amico di Samuele, e a Rachele, la ragazza che gli piace, decideranno di intervenire per preservare la bellezza delle parole.

Questo libro mi ha colpito anche per la ricchezza di colpi di scena. Spesso i personaggi compiono determinate azioni per poi ad un tratto cambiare completamente opinioni. In particolare spiccano i comportamenti di Samu e Nico, da sempre grandi amici. All’improvviso i due non si parlano più, si guardano in cagnesco. Questa improvvisa "contraddizione" nel loro rapporto è tutta a causa di Rachele. Sì, perché Samuele é convinto che l’amico l’abbia tradito innamorandosi di lei, mentre lui, dal canto suo, pensa che Samu sia arrabbiato con lui per chissà quale motivo.

Un altro aspetto del romanzo che mi è piaciuto sono le "illuminazioni" dei personaggi. Sebbene sia quasi sempre Rachele a intuire tutto per prima e i "colpi di genio" di Nico non siano poi così "geniali", talvolta anche Samu ha i suoi "momenti di gloria". Soprattutto quando, nella parte finale del libro, grazie alla sua bravura negli anagrammi, riuscirà a capire l’identità del rapitore, dando un’importante svolta all’indagine.
Degne di nota sono anche le splendide citazioni: parole davvero sagge, che mi hanno fatto riflettere molto. Quelle che più mi hanno colpito sono queste:

"Le parole, usate in un certo modo, sono delle vere e proprie armi. Anzi peggio delle armi, perché almeno quelle fanno male una volta sola e basta, mentre le parole possono far male anche a distanza di anni."

Già, perché una ferita fisica, per quanto possa far male, prima o poi si rimargina, si cura. Ma una ferita sul cuore, causata da parole cattive, può far male più di un colpo di pistola e può essere più incurabile di qualsiasi dolore.
Insomma, consiglio davvero questo romanzo, in cui vengono ripetuti e sottolineati i concetti di amicizia e lealtà, di coraggio. Un romanzo in cui viene insegnato che le urla possono far male più delle sberle. Un romanzo profondo ma divertente, in cui le parole regnano sovrane.

"Guardate sempre dentro le parole, ci troverete tutto quello che state cercando".