Le notti di Salem di Stephen King

Nella prefazione de "Le notti di Salem", King svela al lettore il fascino provato da ragazzo nel leggere Dracula di Bram Stoker.
Barlow, il capo dei vampiri da lui creato, non sfigura se confrontato col padre di tali creature: è potente ed antico, malizioso e subdolo, crudele e manipolatore. Non è un adolescente innamorato e, soprattutto, non brilla.

Uno dei protagonisti del romanzo è Ben Mears, uno scrittore, come molti dei personaggi dei libri di King. Egli torna a Jerusalem Lot per cercare di esorcizzare un evento traumatico della sua infanzia, accaduto nella sinistra Casa Marsten. Il suo arrivo al Lot è successivo alla comparsa di un venditore europeo e del suo misterioso socio e coincide con la sparizione di un ragazzino e il ritrovamento della testa di un cane, conficcata sul cancello del cimitero.

L’ispirazione del primo Dracula traspare dalle pagine e alcune scene ne sono un chiaro ed evidente omaggio. Sarebbe però limitativo descrivere l’opera come un semplice romanzo dell’horror; nonostante tra i protagonisti si muovano dei vampiri, non manca l’attenzione ai problemi di tutti i giorni come i contrasti tra genitori e figli, la gelosia, il trovarsi privi del conforto della fede. Il soprannaturale si muove e si adatta ai problemi di tutti i giorni. L’opera in sé è meritevole e acquista più valore se si cerca una via di fuga dall’attuale filone dei libri sui vampiri.