Le regole del fuoco
- Autore: Elisabetta Rasy
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2016
Una tenera storia d’amore tra due giovani crocerossine durante la Prima guerra mondiale, nell’inferno della trincea sul Carso. È la trama de “Le regole del fuoco”, il nuovo libro di Elisabetta Rasy, scrittrice acuta e sensibile nell’indagare i sentimenti. Un’intensa storia d’amore, narrata con delicatezza e poesia, in un luogo di guerra, scenario tragico e raccapricciante. Quello che sembrava impossibile, accadde.
Era la primavera del 1917, quando l’aristocratica Maria Rosa è diretta al fronte italo austriaco, sulla prima linea difensiva dell’Isonzo, teatro delle battaglie più cruenti, a prestare aiuto e soccorso in un piccolo ospedale sul Carso. Poco più che ventenne, bionda, occhi chiari, alta ed elegante, ha lasciato la sua casa a Napoli, il benessere e gli agi che non riusciva più a sopportare e una madre vedova, ormai inattiva e indolente.
“Questa storia è stata ispirata da antichi ricordi ma anche dalla lettura di molti diari delle infermiere volontarie della Grande Guerra”
scrive la Rasy nella sua nota. L’Italia era in guerra da due anni e le donne, tante, erano uscite di casa per andare a lavorare nelle fabbriche e altrove al posto dei loro uomini. L’inferno di fuoco era visibile negli ospedaletti al fronte: corpi martoriati, militari feriti, ragazzi di appena vent’anni che invocavano la mamma. Arrivavano su barelle improvvisate con i loro volti che diventavano maschere nere terrificanti. Ci si accorgeva della loro morte solo perché non respiravano più. La pelle e la carne cadeva a brandelli, l’odore di cadavere era nei loro corpi ancora vivi, il sangue usciva e continuava ad uscire senza sosta e i gemiti non smettevano mai. Si allestiva velocemente una sala operatoria e con un po’ di cloroformio si doveva intervenire prima che la cancrena mangiasse le loro gambe o le loro braccia.
“Quelli che stavano in piedi quasi non parlavano, c’era solo il brusio di qualche lamento soffocato, come se si vergognassero. Ma gli altri, sulle barelle, sembravano già morti o impazziti, o ubriachi, erano rantoli e urla e poi urla e rantoli, un suono d’allarme che non pensavo esistesse in tutto l’universo.”
Maria Rosa si era trovata immersa in una realtà drammatica e solo poco tempo prima inimmaginabile, per chi come lei aveva voluto affrontare il suo primo viaggio da sola, lontano dalla famiglia. Aveva lasciato il mare e visto le montagne per la prima volta. Al suo arrivo era stata accolta con calore e cortesia, ma nei giorni a venire, sempre più drammatici, solo la presenza e l’operosità della sua compagna di stanza Eugenia, la ragazza del lago, che veniva da vicino Como con il sogno di diventare medico (irrealizzabile per una donna di inizio Novecento), la liberò dallo sconforto e dal pianto. Le sue parole, i suoi sguardi, furono come una dose di energia, vitale per poter sopravvivere alla morte intorno. Il mondo di prima le sembrava appartenere ad un sogno, solo la guerra con i suoi feriti e l’odore acre delle medicazioni sembravano essere la sua unica vera realtà. Nel mezzo della tragedia, tra bombardamenti e morte, l’amore e la passione per Eugenia le aveva ridato una libertà insperata e il desiderio di lottare per il loro futuro. Ma gli eventi precipitarono e con la battaglia di Caporetto medici, infermieri e feriti dovettero abbandonare l’ospedale e fuggire via. Maria Rosa ed Eugenia si separarono, una diretta al Nord, l’altra al Sud.
“Ti ho visto scomparire su un binario lontano, i tuoi capelli neri senza velo e senza forcine scompigliati sulle spalle, la divisa non più bianca, e un mezzo sorriso, sola, tra una folla di soldati in pigiama. Questa è stata la mia Caporetto.”
L’amore per Eugenia, il più importante della sua vita, continuerà a essere vivo nel cuore di Maria Rosa e il ricordo del loro sentimento la condurrà, una volta tornata a casa, a cambiare vita, a diventare una donna libera e coraggiosa: una donna notevole, che era stata all’inferno e ne aveva fatto ritorno, senza farsi piegare dalle sue leggi. Le regole del fuoco è un romanzo appassionato, struggente, che scuote e urla: racconta la guerra e i suoi orrori con gli occhi delle donne e l’amore, quando è un sentimento profondo, senza confini oltre il tempo.
Le regole del fuoco
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