Lettere d’amore nel frigo di Luciano Ligabue

Il nome di Luciano Ligabue, per tutti il Liga, è associato a canzoni scatenate, drammatiche o reali. Canzoni che parlano di giovani che non sanno dove potersi amare, urla verso il cielo di speranza e conforto, solitudine riempita da bar che una volta non chiudevano mai e che ora abbassano le serrande prima del tramonto.
Molti lo conoscono anche per i sui film, veri e propri pugni nello stomaco che però non possiamo fare a meno di guardare e amare. Non necessariamente in quest’ordine.

Ligabue poeta, estrapolato dalle sue canzoni, non è però così sugli scudi come le altre sue identità. E “Lettere d’amore nel frigo” sarà un ottimo modo per approfondire una nuova conoscenza e, certamente, una duratura amicizia.
77 poesie, 77 pensieri che ci doneranno spunti di riflessione, tuffi nella memoria, sguardi verso un futuro luminoso celato però da palazzi fatiscenti.
Sette capitoli, sette come numero fortunato, quel lucky seven che ci potrebbe far vincere il jackpot che cambierebbe la nostra vita.
Televisione, automobili, figli, desideri…

Parole sparse in realtà unite da un unico filo conduttore, un filo rosso che parte dal cuore di Luciano Ligabue e arriverà al nostro, inondandoci la mente con sensazioni contrastanti.
Potrei parlarvi per ore di “Lettere d’amore nel frigo” (Einaudi, 2006, collana Super ET, pp. 186), e lo farei volentieri, ma rischierei soltanto di aggiungere parole inutili a quelle scelte dal grande Liga, qualsiasi cosa leggerete su questo libro non renderà giustizia a ciò che vi attende.
Ritagliatevi qualche minuto al giorno, sprofondate nella vostra poltrona preferita e, magari, ascoltate un suo disco, mentre leggete le sue parole.
L’effetto? Non ve lo dirò mai, dovrete scoprirlo da soli…