Luna di miele
- Autore: Giorgio Scerbanenco
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2018
La Casa editrice La nave di Teseo pubblica "Luna di miele", un libro di Giorgio Scerbanenco che era stato scritto nel 1944 a Coira, in Svizzera, dove lo scrittore si trovava in un campo profughi, in condizioni fisiche e psicologiche durissime, da oltre un anno. L’unico conforto nella prigionia la presenza di un sacerdote, di cui era divenuto amico. Ed è proprio un sacerdote, malato di petto, quarantenne in difficoltà di fede, che l’autore rende protagonista di questo romanzo che ha tutte le caratteristiche che più recentemente hanno definito “noir” questo genere di storie.
Siamo a Milano, il reverendo ha appena consultato il medico che lo ha rassicurato: la malattia c’è, ma le sue condizioni sono stazionarie. In procinto di ripartire per il paese di cui è parroco, si ferma a bere in un bar e scorge, seduto ad un tavolo, arruffato, stravolto, Alberto, il marito della “piccola Lena”, la ragazza che nove anni prima aveva unito in matrimonio. Ora la coppia vive a Milano, anche se l’unione, malgrado la nascita della figlia Lucia, ospite in paese dei nonni, è piuttosto tempestosa. Alberto prima di sposare Lena era innamorato di Eva, la sua migliore amica: poi però in un momento di sbandamento Alberto e Lena si erano incontrati, amati e Lena era rimasta incinta. Questo aveva spinto l’uomo ad abbandonare la donna amata e a risolversi al matrimonio “riparatore”.
Questa la premessa della storia: ma quando il sacerdote, sgomento per l’aspetto turbato di Alberto, decide di andare a trovare Lena, la trova uccisa nel letto della sua ormai lussuosa casa.
Tutta la seconda parte del libro è di una forza narrativa straordinaria di cui non è il caso di rivelare le sequenze. Un thriller che tiene il lettore incollato alle pagine del libro, anche se il colpevole del delitto è scontato, ma il labirinto di implicazioni psicologiche che a quel delitto hanno portato ci fa sembrare quasi di guardare un film di Alfred Hitchcock: sequenze claustrofobiche, scenari dark, paura che succeda l’irreparabile, spiegazioni convulse, ricostruzioni soggettive, tutto collabora alla creazione di un clima di angoscia che lo scrittore sperimenta con coraggio e grande perizia letteraria.
Il trio maledetto, Alberto, Lena, Eva, rappresentano tre colpevoli e tre innocenti, tre vittime e tre carnefici, ognuno di loro con le sue ragioni, con i suoi torti, con i suoi errori. Chissà cosa avrebbe pensato Giorgio Scerbanenco degli attuali così numerosi e drammatici femminicidi? Forse la sua capacità di analizzare torti e ragioni, impulsi e follie, meccanismi occulti e atteggiamenti violenti, sarebbero in grado di aiutare tutte quelle coppie infelici che concludono la loro unione con delitti atroci.
La figura del sacerdote tormentato, ossessionato dal peccato, l’immaginazione sfrenata che lo porta a vedere e prevedere le azioni malvagie, di cui finisce per essere un attonito voyeur, è la voce narrante, ma anche quella della coscienza collettiva. Una vera scoperta, questo romanzo inedito, specchio di un’epoca passata, ma di grande attualità.
Luna di miele
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