La luna di miele di Mrs. Smith
- Autore: Shirley Jackson
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2020
Va bene l’umorismo sottotraccia ad alcuni racconti. Va bene anche il taglio sentimentale di alcuni altri ancora: non sono queste le caratteristiche decisive alla fama di Shirley Jackson. Superfluo persino ricordarlo: Shirley Jackson è un’autrice di riferimento (Stephen King docet) per l’impronta nera, per il taglio insolito e perturbante, che riesce a conferire ai suoi racconti. Credo che l’antologia uscita di recente per Adelphi (traduzione di Simona Vinci), possa, in tal senso, ritenersi emblematica. La luna di miele di Mrs. Smith comprende buona parte della sua produzione breve (la pubblicazione esce a cura degli "eredi" Laurence Jackson Hyman e Sarah Hyman DeWitt ), non soltanto le storie dell’orrore per le quali è conosciuta, per cui è agevole farsi un’idea.
Ciascuno apprezzerà sulla scorta delle proprie convinzioni: io penso che un libro di Shirley Jackson si scelga in primo luogo per l’inquietante che ne percorre le pagine, e lo dichiaro a chiare lettere. I racconti di genere diverso non deludono (ci mancherebbe), ma insomma niente a che vedere con la forza perturbatrice di racconti come Pomeriggio d’estate, Incubo, Ritratto, o ancora de Il signore del castello.
Faccio un esempio: ho letto buona parte dei polizieschi firmati Stephen King, roba buona (ci mancherebbe al quadrato), ma del conclamato “re dell’horror” continuo ad apprezzare in primo luogo gli incubi e i deliri, come dai romanzi e dai racconti di Jackson, non dico le agghiaccianti e inarrivabili atmosfere della Lotteria (o di Abbiamo sempre vissuto nel castello) ma atmosfere comunque ascrivibili a quelle twilight zone. I climi di Che pensiero o ancora del racconto che dà il titolo a questa raccolta (riproposto in due diverse versione, la Jackson era quel che si dice una perfezionista), per capirci.
Riprovano che quando l’autrice attinge al proprio repertorio fantasmatico, pigiando cioè sui tasti tipici della narrazione à la Jackson (qualcosa a metà strada tra il classico non ridondante e il moderno, qualcosa di un’esattezza chirurgica in ogni caso) se non per nessuno c’è n’è davvero per pochi. In altre e ultimative parole: La luna di miele di Mrs. Smith vale la pena soprattutto per le gemme neogotiche e "fantastiche" che vi sono racchiuse.
La luna di miele di Mrs. Smith
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