Mani calde
- Autore: Giovanna Zucca
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2011
Pubblicato da Fazi nel 2011, "Mani calde" di Giovanna Zucca si è rivelato una piacevolissima sorpresa. Dalle prime pagine scatta quella magia che incolla avido il lettore al libro, con quel misto di malinconia a sapere che il finale si approssima.
Il libro è scritto da una giovane infermiera strumentista, aiuto anestesista in sala operatoria, con una laurea in filosofia.
Pur trattando un tema delicato, il drammatico incidente capitato a Davide, un bambino di 9 anni, la scrittrice riesce a intrecciare le storie dei vari personaggi con maestria e competenza. Mani calde... e mani fredde... Tramite il contatto fisico, Davide "sente" se la persona è buona e sensibile; il suo corpicino martoriato dall’incidente, straziato da fili e tubicini, trova conforto dal tocco delicato di mani calde che alleviano le sue sofferenze, perchè Davide sente ogni cosa. Nonostante tutti credano che il bimbo sia ridotto ormai a un vegetale, in terapia intensiva il personale si affeziona a lui che, a modo suo, contraccambia: Davide avverte tutto, discorsi, discussioni, odori, affetto e vive la tremenda situazione in cui si trova con calma e anche un lieve divertimento...
La chiave del libro è il magnifico e intenso
rapporto che il bambino riesce a instaurare mentalmente con il temuto primario, che tutti chiamano il “cafone”, a causa dei suoi modi rudi e spesso misantropi. Il dottore è il miglior neurochirurgo dell’ospedale, che decide con notevole coraggio e intuizione di affrontare una delicata e complessa operazione dall’esito molto incerto, pur di salvare quel bambino dal quale si sente inspiegabilmente attratto. Davide è riuscito con il suo candore a bucare il vuoto della sterile esistenza del medico, mitigata solo dalla presenza di Patti, una prostituta rumena che riesce a capirlo senza inutili parole.
Al risveglio, Davide lo trova al suo fianco e lo guarda; il bambino è salvo, l’intervento è riuscito e si è compiuto anche il miracolo più inatteso: il dottore è diventato umano, ha riscoperto il valore di un sorriso, di un "grazie" sussurrato, ha acquisito grazie a Davide la consapevolezza che può recuperare il tempo perso e provare a fare il padre a Susan, la sua bambina americana vissuta solo virtualmente con una foto per ogni compleanno. Anche lui può farcela ed ora ha la consapevolezza che può almeno provarci. Alla luce di questo, di notti passate al capezzale a scrutare il viso e i pensieri del bambino, il loro legame è consolidato e durerà per sempre. Anche la mamma del bambino riesce a percepire nel dottore la sua tenace caparbietà a salvare Davide e si sente sollevata... Magistrali le pagine in cui l’autrice racconta il dilaniante dolore dei genitori: ogni singola parola trasmette emozioni...
Bello veramente, scorrevole e fluido senza mai sfiorare la banalità, questo romanzo lascia nel lettore la stessa piacevole sensazione di una carezza a "mani calde"...
Mani calde
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