Memorie di un’opera d’arte. La marchesa Casati
- Autore: Luca Scarlini
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Skira
- Anno di pubblicazione: 2014
“La storia della Marchesa Luisa Amman Casati Stampa (1881-1957), protagonista eccentrica delle avanguardie, della moda, dell’arte, dalla fine dell’Ottocento alla II Guerra Mondiale, appartiene senza dubbio al mondo dell’ombra oscura del mito”.
Nell’Introduzione di Memorie di un’opera d’arte. La marchesa Casati, biografia dedicata alla Divina Marchesa, maestra di stravaganza e originalità, l’autore delinea la personalità di una donna che “investì tutto il suo patrimonio nella realizzazione della sua vita spettacolare”. Luisa Casati maestra di balli in costume, trucchi, eccentricità, che sapeva come realizzare al meglio il proprio attesissimo ingresso alle feste, suscitando interesse e attenzione.
“Voglio essere un’opera d’arte”.
La piccola Luisa era nata ricchissima nel lusso di una borghesia settentrionale benestante e operosa “che traeva le proprie sostanze dalle imprese tessili”. Il padre della futura Marchesa Casati Stampa era il conte Alberto Amman, magro, stempiato, elegante e azzimato, proveniente da una famiglia di recente ricchezza e nobiltà. La madre Lucia Bressi discendeva da un’altra illustre dinastia di telai. La coppia aveva avuto due figlie: Francesca e Luisa.
Gli Amman-Bressi a Milano conducevano uno stile di vita brillante mentre i fumi molesti delle ciminiere della loro fabbrica, il Cotonificio Veneziano, erano lontano, lungo il fiume Noncello, vicino al paese di Borgomeduna, sobborgo di Pordenone. L’infanzia di Luisa era stata solitaria, bambina timida e ritrosa il cui unico interesse era stato il disegno.
A 14 anni la contessina era già alta, occhi verdi magnetici tagliati a mandorla, una grande massa di capelli castani scomposti sulla fronte. Una fisionomia impressionista, “sembrava la modella ideale per Egon Schiele”, adolescente indocile, dal fisico magro e scattante di ballerina che si divertiva a indossare di nascosto i migliori vestiti parigini di Doucet e Whorth contenuti nell’enorme guardaroba materno. All’improvviso il cambio di scena: Lucia Bressi era scomparsa nel 1894, suo marito nel 1896. “Le ragazze orfane più ricche d’Italia” erano andate a vivere sotto tutela dallo zio Edoardo Amman e da sua moglie Fanny che possedevano oltre alla residenza milanese, la sontuosa e deprimente Villa Amalia di Erba.
“Esposta nei mercati matrimoniali tra feste e festini aperti ad aristocrazia e alta borghesia”, Luisa era stata scelta in moglie da Camillo Casati Stampa di Soncino, la cui eredità monetaria non navigava in acque tranquille. Una delle due eredi degli Amman, nouveaux riches, era la jeune fille ideale per una perfetta alleanza tra blasone e patrimonio. Nonostante la nascita della figlia Cristina nel 1901, la coppia aveva iniziato a svolgere vite sempre più parallele. La Marchesa Casati era “ormai pronta ad assumere il ruolo di moderna femme fatale della Belle Epoque italiana, il suo mito si andava consolidando”.
Sguardo “seducente e incendiario” sottolineato da un trucco marcato intorno agli occhi, look nero funebre, fittissima veletta e inseparabili levrieri a fianco. Con questo aspetto Luisa Casati, divorziata nel 1924 a Budapest, prima donna italiana ad avere questo status, “ottenuto con denari sonanti”, si sarebbe presentata nelle mascherate, nei balli e nelle cacce. Palcoscenici dei suoi eccessi e dei suoi amori, Roma, Saint-Moritz, Capri, Parigi e infine Londra dove Luisa sarebbe vissuta in povertà, mantenuta dalla generosità dei suoi amici.
Luca Scarlini, saggista e drammaturgo, descrive una viaggiatrice instancabile, collezionista d’arte e modella di tutti i protagonisti delle avanguardie, perché “la signora aveva deciso di divenire un personaggio fondamentale dell’arte contemporanea, di incidere profondamente il suo volto nella memoria collettiva”.
Per chi desidera vedere questa regina dell’eleganza, pioniera e anticipatrice di moda, oltre a visitare la mostra veneziana a Palazzo Fortuny La Divina Marchesa. Arte e vita di Luisa Casati dalla Bella Epoque agli Anni folli (4 ottobre 2014-8 marzo 2015), si può recare presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, dove è presentata l’esposizione Secessione e Avanguardia. L’arte in Italia prima della Grande Guerra 1905-1915 (31 ottobre 2014-15 febbraio 2015), dove “la maliarda” è rappresentata come un “esotico uccello inquadrato tra piume di pavone” nel ritratto di Giovanni Boldini.
Luisa Casati Stampa che “viveva nell’istante e nel presente” riposa al Brompton Cemetery di Londra, gioiello gotico usato spesso come set cinematografico.
“Essere diversi significa essere soli. Non amo ciò che è comune. Allora meglio sola”.
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