Siviero contro Hitler. La battaglia per l’arte
- Autore: Luca Scarlini
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Casa editrice: Skira
- Anno di pubblicazione: 2014
“Rodolfo Siviero alla fine dell’Italia di Mussolini ha deciso da che parte stare. Ha dalla sua l’esperienza di dieci anni nei servizi segreti, tra Italia e Germania, mezzi economici non esigui, cui attingerà per le varie necessità del suo servizio”.
Agente segreto, spia, non storico dell’arte ma “aveva sempre approfondito la materia e ne conosceva i massimi cultori”, Rodolfo Siviero (1911 – 1983) contribuì alla salvezza e al recupero di molte opere rubate durante la II Guerra Mondiale. Armato di una “determinazione non comune”, Siviero osò sfidare l’assurdo “pensiero hitleriano” che voleva a tutti i costi che i capolavori teutonici fossero al sicuro sul sacro suolo della Heimat. Non solo.
“Poi si passava ai quadri del Rinascimento e alla statuaria classica, e più ce n’era, meglio era”.
Era infatti questa la prima insensata regola per “l’organizzazione semi delinquenziale allestita nei Paesi occupati: una spietata macchina di incameramento di manufatti preziosi”. Tutti gli oggetti avrebbero dovuto occupare gli spazi dell’erigendo Louvre hitleriano a Linz che sarebbe dovuto diventare il più grande museo del mondo, direttore Hans Posse. Ma Siviero stava per passare all’azione in quei giorni terribili dopo l’8 settembre del ’43 quando la Resistenza si stava organizzando contro l’occupazione nazifascista in un momento di grave crisi sociale e politica. Lo scontro fu durissimo, senza quartiere, perché la repressione delle truppe germaniche insieme ai fascisti repubblichini fu tremenda. L’organizzazione diretta da Siviero denominata Delegazione per il Recupero delle opere d’arte era composta da ex ufficiali del disciolto Esercito italiano, partigiani e ufficiali partigiani, professori universitari, intellettuali, operai, artigiani, piccoli commercianti. In una delle prime riunioni dell’organizzazione a Firenze “città museo per eccellenza con una delle più alte densità al mondo di collezioni per metro quadrato”, era stato deciso di apparentare i quadri e le sculture agli ebrei nascosti o in fuga e ai perseguitati politici. Intervento d’urgenza “è un gesto categorico”.
Queste pagine che si leggono tutte di un fiato hanno il merito di rievocare una battaglia della II Guerra Mondiale finora poco conosciuta, quella battaglia per l’Arte alla quale Siviero dedicò l’intera esistenza. Sorprende infatti l’elenco delle opere recuperate che l’uomo salvò dalla barbarie nazista, grazie alla collaborazione di persone come Pasquale Rotondi docente di storia dell’arte e Sovrintendente alle Belle Arti di Pesaro e Urbino definito lo Schindler delle opere d’arte italiane. Grazie all’aiuto del Cardinal Montini, il futuro Papa Paolo VI, all’astuzia di Palma Bucarelli, storica direttrice e Sovrintendente della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma dal 1942 al 1975, al coraggio di Rose Vallard che presidiava il parigino Jeu de Paume e a molti altri ancora. Uomini e donne, tutti salvatori del bello, contrapposti alle anime nere naziste: Hermann Goring, numero due del Terzo Reich, “collezionista mitomane”, Heinrich Himmler “artefice massimo della Soluzione Finale” e massimo cultore di “reperti e manufatti dal forte sapore simbolico”. Per non parlare di Adolf Hitler, artista fallito anche se sembra che al mondo ci siano oltre tremila sue opere sparse per archivi, biblioteche senza dimenticare le collezioni private di “neonazisti devoti”. Forse se Hitler nel 1907 fosse stato accettato dalla severa Accademia di belle arti di Vienna la storia del XX Secolo sarebbe stata diversa.
Il bel libro di Scarlini curiosamente è stato pubblicato alcuni giorni prima dell’uscita nelle sale italiane del film Monuments Men, diretto e interpretato da George Clooney affiancato da un cast stellare. La pellicola narra delle “attività della MFAA (Monuments, Fine Arts and Archives), un servizio dell’esercito americano che si occupò, nel cuore della guerra, di salvare e recuperare le opere d’arte minacciate dal conflitto o incamerate dai nazisti”. La dimora fiorentina di Rodolfo Siviero situata al n.1 di Lungarno Serristori è diventata un museo gestito dalla Regione Toscana che raccoglie le opere che questo 007 dell’Arte ha collezionato per una vita. Questo scrigno “è esattamente l’opposto della spaventosa abbuffata hitleriana”.
Siviero contro Hitler. La battaglia per l'arte
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