Memorie di un giovane libertino di Guillaume Apollinaire

Letteratura per sporcaccioni incalliti o piccola perla del genere erotico? Quando leggiamo questo Apollinaire così scandalosamente lascivo, carnale, scostumato, dissoluto, il pensiero e il raffronto non possono che correre al marchese De Sade, maestro dell’erotismo nero.

“Memorie di un giovane libertino” non è altro che un romanzo (breve) di formazione in cui il protagonista, il giovane Roger, da adolescente diventa uomo attraverso una sequela di esperienze sessuali volte a soddisfare la sua insaziabile libido.
Spinto da un vulcanico e incontrollabile testosterone, il nostro imberbe arrapato non si tira indietro davanti a nessuna occasione, neanche di avere rapporti incestuosi con le sorelle e la zia.
Roger affronta il rischio di gravidanze senza preoccuparsene più di tanto, all’insegna dell’ironia e della frivolezza più spiazzanti. Anzi, considera la sua instancabile e frenetica attività copulativa un mezzo per contribuire, con spirito patriottico, ad incrementare il tasso di natalità del suo Paese. Naturalmente, da buon sottaniere, senza però avere alcuna intenzione di riconoscere le sue plurime paternità.

Pubblicato agli inizi del Novecento in forma clandestina, Guillame Apollinaire con le “Memorie di un giovane libertino” suscitò comprensibilmente grande scandalo: passaggi chiari e inequivocabili, descrizioni dettagliatamente crude su amplessi, posizioni amatorie, masturbazioni, orgasmi a ripetizione, fantasiosi giochi erotici e via dicendo. Insomma, troppo per non suscitare imbarazzo, indignazione, turbamento nell’opinione pubblica dell’epoca.

Se poi abbiamo lo stomaco di leggere anche “Le undicimila verghe” - altro suo romanzo assai più forte di queste Memorie - pubblicato nel 1907, dove la lussuria senza limiti sconfina nella dimensione patologica dell’orrore e della follia, possiamo catalogare Guillaume Apollinaire come artista maledetto - uno del resto fra i tanti -, cantore delle morbosità sessuali umane più segrete, impronunciabili, inconfessabili.