Napoleone in Italia. I luoghi delle campagne militari
- Autore: Mario Bussoni
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
Si esprimeva più in italiano che in francese e se fosse nato ad Ajaccio un anno prima del ferragosto 1769 non sarebbe nemmeno stato cittadino di Francia, ma sardo-piemontese. Nei primi del 1796, quando gli venne assegnato il comando dell’Armata d’Italia, Napoleone Buonaparte (non ancora francesizzato in Bonaparte) era secondo i più un generale “imberbe”. In primavera aveva già sconfitto ripetutamente gli austro-piemontesi; tornò a ripetersi nel 1800-1801. Le due spedizioni napoleoniche nel settentrione sono al centro della guida illustrata Napoleone in Italia. I luoghi delle campagne militari, che lo storico, docente e giornalista Mario Bussoni ha pubblicato nel 2009 e che la casa editrice Mattioli 1885 ha riproposto nel 2019, in seconda edizione riveduta e aggiornata (206 pagine).
L’itinerario ritrova, tappa dopo tappa, tutte le località del Piemonte, della pianura padana e del Nord-Est toccate dalle due offensive del generale corso al servizio della Repubblica transalpina. Muove dai passi montani delle Alpi occidentali attraversati nell’inverno 1796 dalla Grande Armée — allora un’accozzaglia di 40mila pessimi soldati, laceri e bisognosi di tutto, avidi di saccheggio e bottino di guerra — per entrare nel Regno dei Savoia, scendere verso la Liguria e soprattutto attraversare orizzontalmente il futuro Lombardo-Veneto, Friuli compreso.
Fin dalla prima delle battaglie in Piemonte e dopo le vittorie a ripetizione di un’armata raccogliticcia, schierata dal Direttorio sul fronte italiano per creare una diversione rispetto all’offensiva principale che la Francia voleva scatenare sul Reno, si comprese che quel giovane condottiero era entrato nella storia come uno dei grandi. Portava in campo un modo diverso di dare battaglia, basato su concetti nuovi, rivoluzionari: il movimento, la rapidità, la sorpresa, attacchi e aggiramenti imprevedibili quanto improvvisi. Chiedeva ai suoi soldati marce di 60 chilometri, armati e affardellati, spesso gettandoli subito in azione, contro un nemico che non avrebbe mai immaginato di avere addosso tanto presto avversari prima tanto lontani.
Quel giovane generale di provincia, che si era distinto nell’assedio di Tolone e nella repressione dei moti realisti di Parigi del 1795, sarà stato anche un raccomandato di ferro, come sostenevano i contemporanei gelosi, ma dimostrava di avere molta più stoffa di quella che sarebbe bastata in un fronte secondario. Sostituiva un predecessore indeciso e demotivato, il generale Sherer, ma quel piccolino nemmeno trentenne coi capelli lunghi possedeva capacità uniche di stratega, motivatore di uomini e anche accorto politico e diplomatico, che lo avrebbero portato all’attenzione di tutta l’Europa.
In Italia, Napoleone ha lasciato segni tangibili del suo passaggio e non solo per le passioni e gli odi susciti nella penisola, tra repubbliche giacobine e insorgenze antifrancesi. Non si possono trascurare le novità rivoluzionarie introdotte da Napoleone, dal Codice Civile ai cimiteri fuori della cerchia urbana, ma nemmeno cancellare i saccheggi sistematici, le prepotenze delle sue truppe e la spoliazione metodica di beni e opere d’arte trasferite in Francia.
Con l’impaginazione caratteristica delle Guide Mattioli (testi agevoli, schede esplicative, tantissime illustrazioni e fotografie a colori), il percorso proposto si snoda dalla Valle d’Aosta al Piemonte, prosegue nella Lombardia e nei territori allora sotto il controllo dell’Austria nel Nord-Est, soffermandosi con un taglio cronistico su ogni singola battaglia, di cui oltre allo svolgimento vengono rivisitati i luoghi, nella condizione in cui sono oggi, anche in vista di un eventuale soggiorno turistico dei lettori più interessati. A questo scopo vengono fornite indicazioni che consentono di associare la curiosità dei sopralluoghi sui campi alla vacanza vera e propria. Come d’abitudine nello stile della collana, sono abbondanti i suggerimenti puntuali su dove alloggiare, mangiare, visitare musei, mausolei, raccolte di cimeli.
Tornando ai contenuti strettamente storici, oltre agli aspetti politici e sociali della discesa in Italia, alla legislazione e ai trattati post bellici, si guarda anche alle spettacolari rievocazioni in costume d’epoca — reenactments, nell’accezione internazionale — realizzate a cura di numerose associazioni di appassionati volontari che s’impegnano come figuranti, “animando” uniformi riprodotte fin nei minimi particolari, con grande fedeltà filologica. Ricostruttori, li chiama Bussoni, sottolineando le capacità artigianali e la passione nel mettere in scena non solo credibili combattimenti — con cannoni in azione, armi individuali e cariche di cavalleria — anche attendamenti, incolonnamenti e marce per prendere posizione sui campi di battaglia.
Fino a 450-500 rievocatori si muovono perfettamente equipaggiati e abbigliati in splendide divise francesi e austriache dell’età napoleonica, copie autentiche di quelle originali, perfino nelle imperfezioni. Negli accampamenti, scomodità comprese, le tende, i giacigli, la paglia e il cibo riproducono quelli del Sette-Ottocento, come sono fedeli tutti gli oggetti di uso quotidiano.
Per arrivare a far parte della scena sono indispensabili passione, disciplina, pazienza e spirito di sacrificio, ma il risultato è decisamente emozionante per gli spettatori, oltre che appagante per gli instancabili figuranti, impegnati nei rispettivi ruoli con straordinaria dedizione.
Napoleone in Italia. I luoghi delle campagne militari
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