Nessun testimone di Elizabeth George

Nessun testimone (titolo originale With No One As Witness) di Elizabeth George pubblicato nel 2006 da Longanesi, ora è disponibile anche per le edizioni Tea, sempre tradotto da Maria Cristina Pietri e Enzo Verrengia.

“Sul ripiano c’erano quattro serie di fotografie di cadaveri di quelli che parevano adolescenti, supini, con le mani intrecciate sul petto come nelle effigi tombali. Sarebbero potuti sembrare ragazzini addormentati se non fosse stato per il colore cianotico del viso e i segni di strangolamento sul collo”.

Seduti attorno al tavolo delle riunioni di una sala di New Scotland Yard, il vice commissario Hillier, il sovrintendente Thomas Lynley e l’agente investigativo Barbara Havers stavano cercando di venire a capo su di una serie di delitti inquietanti: quattro morti, lo stesso modus operandi, tutte le vittime adolescenti e tutte di sesso maschile. C’era sicuramente l’ombra di un serial killer dietro gli omicidi, eppure finora nessuno aveva accennato alla cosa, né i giornali e né la televisione. L’ultimo cadavere era stato ritrovato quella mattina a St George’s Gardens, era evidente che l’assassino aveva ucciso la sua vittima in un altro luogo, così come era avvenuto le volte precedenti, il serial killer aveva scaricato il corpo su di una tomba e se ne era andato. Barbara aveva osservato le fotografie: ritraevano il corpo di un adolescente nudo disteso su una tomba coperta di licheni: la tomba si trovava in un prato a poca distanza da un sentiero. Sullo sfondo, un muro di mattoni recintava non un cimitero, come ci si poteva aspettare, ma un giardino. Mettendo davanti a sé le foto in fila delle quattro vittime, Barbara aveva immediatamente notato le differenze, tutte rilevanti, tra i primi tre corpi e l’ultimo. L’ultima vittima non solo era nuda, ma anche abbondantemente truccata: rossetto, ombretto, matita e mascara. In più, l’assassino aveva marchiato il corpo aprendo il torace dallo sterno alla vita e disegnandole col sangue uno strano simbolo circolare sulla fronte. Ma il dettaglio che poteva suscitare più scalpore era la razza, solo l’ultima vittima era bianca, degli altri tre, la prima era nera e gli altri due erano di razza mista, “nero e asiatico, forse, o nero e filippino, o nero e un miscuglio di chissà che altro”. C’era il rischio quindi che New Scotland Yard venisse accusata dai tabloid di “razzismo istituzionalizzato”, cioè di non aver indagato su omicidi di poco conto per via della razza. Occorreva dunque “agire con tatto e rapidità”, come suggerito da Hillier “consumato animale politico”, il quale proprio in questo momento aveva deciso di promuovere da agente a sergente investigativo Winston Nkata, nato da un genitore di origine giamaicana e un altro della Costa d’Avorio.

“Come farete a nascondere la polvere sotto il tappeto? Non gli omicidi, bensì il fatto che non si sia fatto nulla al riguardo”.

L’autrice statunitense, nata a Warren nell’Ohio nel 1949, universalmente riconosciuta come la regina incontrastata del mystery, confeziona l’ennesima storia avvincente. Il protagonista dei romanzi della George (tutti bestseller internazionali), l’aristocratico Thomas Lynley, ottavo Conte di Asherton, qui riceverà un colpo mortale, sarà colpito al cuore nei suoi affetti più cari. Forse è anche per questo che l’esergo del volume assume un doppio significato.

“... e se guarderai a lungo nell’abisso, anche l’abisso guarderà dentro di te”. Friedrich Nietzsche