Non chiamateli eroi. Falcone, Borsellino e altre storie di lotta alle mafie
- Autore: Nicola Gratteri Antonio Nicaso
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2021
Non chiamateli eroi. Falcone, Borsellino e altre storie di lotta alle mafie (Mondadori, 2021) è scritto da Nicola Gratteri, magistrato dal 1986, sotto scorta dall’89, dal 2016 capo della Procura di Catanzaro, e da Antonio Nicaso, giornalista, saggista, accademico, storico, uno dei maggiori conoscitori di ‘ndrangheta al mondo. Si tratta di due figure eccellenti, che hanno sempre avuto il pregio della chiarezza nell’esposizione dei complessi e intricati fenomeni mafiosi, che si alimentano nel malaffare quotidiano, nella corruttela diffusa, nella pervasività dell’azione criminale presso le pubbliche amministrazioni e nella cosiddetta società civile.
Non è la prima volta che i due autori lavorano a quattro mani, ma questo libro ha una particolarità, con una grafica accattivante e tanti ritratti, opera di Giulia Tomai: si rivolge ai ragazzi che, ancora puri, indenni da condizionamenti ambientali e culturali, possono fare la differenza e agire per non alimentare la malapianta. È con l’esempio, quello che spesso manca nelle famiglie, che bisogna dare spazio a quella sete di giustizia che alberga nei cuori dei giovani. Il libro propone una raccolta di storie di coraggio, dignità e sacrificio, per ricordare chi ha combattuto la mafia senza abbassare la testa; esempi che, a trent’anni dalla morte di Falcone e Borsellino, rappresentano un’eredità da difendere.
È un libro che riconosce l’eccezionalità sul piano etico e morale dei personaggi trattati, ma li ridimensiona alla loro umanità, facendoli diventare riferimento ed esempio per tutti. I protagonisti delle storie sono impermeabili rispetto alle suggestioni della mafia o ancora non hanno l’età per operare una scelta consapevole. Gelsomina Verde e Annalisa Durante, “Senza colpa”, muoiono uccise perché nate in un posto sbagliato, incidenti di percorso di una camorra senza cuore e senza pace. Se Giuseppe Letizia e Cocò Campolongo, che aprono e chiudono i racconti, assieme a Giuseppe Di Matteo, sono solo dei bambini vittime di brutali assassini, gli altri sono tutti esempi di resistenza alla mafia, di persone rette che, come Rocco Gatto, mugnaio, sono cresciuti in famiglia “imparando dal padre il valore del lavoro e della dignità”, o come Peppino Impastato che ha addirittura avuto il coraggio di sbeffeggiare la mafia. C’è il racconto di Giorgio Ambrosoli, “L’eroe borghese”, che indagava sulla Banca Privata Italiana, portata al fallimento da Michele Sindona. Altri fulgidi esempi sono: Carlo Alberto dalla Chiesa (“Gli alamari cuciti addosso”), Rosario Livatino, “Il giudice ragazzino”, il cui martirio viene riconosciuto nel 2020 dalla Santa Sede in odium fidei, ricordato per le sue parole:
“Non saremo giudicati per essere stati credenti, ma credibili”.
C’è Libero Grassi, che non si piegò alla mafia e alla pratica del “pizzo”, ma osò denunciarlo pubblicamente. Ci sono, ovviamente, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Don Pino Puglisi. Lea Garofalo appartiene a una famiglia ‘ndranghetista, “sogna per sua figlia una vita diversa da quella che ha avuto lei”, ma “le sue rivelazioni sono un tradimento che la ‘ndrangheta non le perdonerà mai”.
Non chiamateli eroi. Falcone, Borsellino e altre storie di lotta alle mafie è un libro che si rivolge ai ragazzi ma che è richiamo per gli adulti, alle loro responsabilità, perché la
“lotta alle mafie deve passare da una corresponsabilità dell’intero sistema istituzionale, culturale, sociale ed economico”.
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Un libro perfetto per...
Libri per ragazzi, per studiosi di fenomeni mafiosi, per chi è interessato a capire i fenomeni della società odierna
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