Nulla, solo la notte
- Autore: John Williams
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2014
Ho conosciuto lo scrittore John Williams qualche anno fa nel 2012, leggendo la rubrica di libri di del critico letterario e direttore editoriale di Satisfiction, Gian Paolo Serino. Descriveva il romanzo del nostro autore, Stoner, come uno dei più straordinari, il romanzo perfetto, la cui pubblicazione lo aveva sottratto all’oblio, divenendo un caso letterario dopo molti anni dalla morte dell’autore, vinto dall’alcool e dalla malattia.
È stato subito amore non solo per la bellezza della storia, semplice ed essenziale, ordinary life, quanto per le vicende personali del protagonista e dell’autore.
Nulla, solo la notte, romanzo d’esordio di John Williams, lo scrisse mentre prestava servizio militare in India e venne pubblicato nel 1948 quando aveva ventisei anni ed era studente universitario. È il racconto del sogno di una notte di Arthur Maxley, un giovane dell’alta borghesia che vive agiatamente trascorrendo il tempo nel fare nulla. Le sue giornate sono noiose, a volte tetre, quasi irreali, non si sente né felice né infelice ma desidera profondamente che tutto non cambi mai.
Il momento più bello della vita, lo pensava spesso, era il tempo perduto. Ha così inizio il suo racconto tra i fantasmi del passato, dolori e paure. La notte era stata inquieta. In una dimensione separata nella quale non riconosceva il luogo in cui si trovava, il sognatore Arthur, volteggiava sospinto dall’atmosfera intorno. Era ad una festa e al centro della stanza tra gli invitati festanti vedeva un uomo seduto in preda ad una profonda inquietudine: nervoso, beveva cocktail mostrando una piccola smorfia di disgusto sul viso. Un istante e la situazione precipita: era lui l’uomo seduto.
In questo sogno in cui era senza peso né vita, in cui era un velo di coscienza diffuso che vibrava e fremeva in una vasta distesa di tenebre, dapprima non sentiva nulla, se non un’oscura specie di appercezione, priva di vista e d’intelletto, e remota, in grado solo di distinguere tra sé e il buio.
Con uno stato d’animo cupo Arthur si prepara ad affrontare il nuovo giorno. Il mattino non gli è mai piaciuto, era come se il tempo uscisse da un sepolcro e tornasse ad affliggere la terra. Vive solo da molti anni. Il padre è lontano per affari, lo studio non lo attrae più e nella sua vita spensierata tollera, di tanto in tanto, la compagnia dell’amico di sbronze, Stafford.
Lo disprezza per la sua superficialità ma continua a frequentarlo, perché con lui non deve mentire, può essere quello che è: un parassita.
La loro amicizia resuscitava ad ogni incontro, per poi morire di una morte brusca e indolore. Il padre è in città e vuole incontrarlo. Impeccabile e raffinato, sempre in giro per il mondo a correre dietro ai suoi affari, aveva consegnato il figlio alla solitudine. Per Arthur la notizia sarà come una sferzata e la sua memoria colpita, sarà pronta a rivivere immagini che aveva voluto dimenticare.
In pieno disagio, con molti malumori, i ricordi di una vita precedente affioreranno di continuo. La madre sempre viva nella sua mente, la vede muoversi in casa, salire le scale, mettersi a letto, fargli le carezze, parlagli. Tutto scorre davanti ai suoi occhi anche il giorno quando lo squillo del telefono di casa preannunciò l’orrore di cui sarebbe stato testimone. Vorrebbe allontanare quel penoso tramestio di pensieri, ma non sarà facile per il nostro Arthur dimenticare, abbandonandosi all’ozio, all’alcool ed infine all’erotismo.
Una trama a dir poco appassionante che solo la prosa di John Williams riesce a rendere sorprendente. Nulla, solo la notte è il ritratto, con una scrittura intima, profonda, quasi a vederne l’anima, di un giovane uomo e la sua disperata solitudine, il suo tormento tra luci e ombre, passioni e debolezze, pensieri e sofferenze, ferite e silenzi di un passato che non lo lascia andare.
Nulla, solo la notte
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