Qualcuno ti guarda
- Autore: Lisa Jewell
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2020
A Bristol, una piacevole città del Sud dell’Inghilterra, colorata e allegra, c’è un quartiere particolarmente pittoresco: costruito in posizione privilegiata, sulla collina di Cliftonwood, si affaccia sul porto galleggiante ed è formato da case a schiera dove intonaci color pastello si alternano ad altri più vivaci. È qui che la scrittrice inglese Lisa Jewell, dopo diversi libri di successo come Io ti ho trovato e Ellie all’improvviso, ha scelto di ambientare Qualcuno ti guarda (Neri Pozza, 2020, traduzione di Annamaria Biavasco e Valentina Guani), il romanzo che segna il suo atteso ritorno nelle librerie.
Ecco come la protagonista, la giovane Joey Mullen, descrive il quartiere che fa da sfondo a una serie di storie personali e familiari e a un delitto dai contorni torbidi e misteriosi:
“Anche in un pomeriggio di gennaio, alla luce giallastra dei lampioni al sodio, le case di Melville Heights sembravano i mattoncini colorati di un gioco di costruzioni: rosso, giallo, turchese, viola, verde menta, salvia, fucsia, poi di nuovo rosso. Le ventisette villette in stile vittoriano erano in cima a un pendio terrazzato e guardavano dall’alto in basso le viuzze di Lower Melville con il sussiego di invitati a una festa molto esclusiva.
‘Iconiche’, venivano spesso definite: ‘le case iconiche e variopinte di Melville Heights’. Joey le aveva sempre viste da lontano. […] Ma il colpo d’occhio era mozzafiato: il fiume Avon che descriveva un morbido arco nella sua corsa verso la città, il mosaico dei campi in lontananza, la collina tondeggiante all’orizzonte, coronata da alberi, che ogni anno a primavera si copriva di sbuffi verde speranza.
Da piccola Joey sognava di abitare in una di quelle case ed era indecisa fra la lilla e la rosa. Crescendo aveva oscillato fra la celeste e la verde salvia. Adesso, a ventisei anni, si trovava a vivere in quella blu cobalto, al numero civico 14”.
Joey può permettersi di vivere in questa abitazione non certo grazie al suo duro lavoro o a lauti guadagni, ma per l’ospitalità del fratello Jack, primario di cardiologia, e di sua moglie Rebecca che, dopo aver acquistato l’unica casa che le piacesse in tutta Bristol, nonostante si dimostri piuttosto fredda verso la cognata, ha accettato di accogliere nella mansarda due sposini – Joey, infatti, è appena tornata da Ibiza dove si è sposata con l’attraente Alfie Butter, conosciuto nel resort in cui entrambi lavoravano. Privi di prospettive e di particolari ambizioni, i due cercano di barcamenarsi con lavori precari o poco gratificanti.
In realtà il romanzo si apre con una pagina di diario datata 20 settembre 1996:
“Credo di essermi innamorata del mio professore di inglese”.
Poi, nel prologo, con un salto temporale di undici anni (siamo nel marzo 2017), assistiamo alla descrizione della scena del crimine – una cucina parecchio vissuta – dove è stato ritrovato un cadavere e una piccola prova che potrebbe rivelarsi fondamentale per individuare il colpevole.
L’identità del corpo non viene subito rivelata, perché la Jewell torna indietro di tre mesi, ai primi di gennaio, per presentare tutti i personaggi di questo thriller psicologico e gli avvenimenti che hanno portato al delitto.
Veniamo così a sapere che Joey, che ancora soffre per la perdita della madre e ha troncato i rapporti con il padre, ha sviluppato un’attrazione morbosa per un vicino che ha il doppio dei suoi anni: Tom Fitzwilliam, il nuovo “superdirigente scolastico” dell’istituto statale locale, incaricato dal ministero di risollevare le sorti della scuola che aveva ottenuto punteggi negativi.
L’uomo, un tipo affascinante e adorato da tutti – una persona “squisita” –, ha una moglie molto più giovane di lui e un figlio adolescente, Freddie. Genio introverso e solitario, ha l’abitudine di affacciarsi alla finestra della camera da letto al piano superiore per spiare e fotografare i suoi vicini e la gente per strada.
E poi c’è Jenna Tripp, quindici anni, che frequenta la scuola di Tom. La ragazza deve gestire due situazioni piuttosto problematiche: la madre, che ha perso ogni contatto con la realtà – è convinta non solo di aver incontrato il preside anni prima in una circostanza piuttosto inquietante, ma anche di essere vittima di una “gang stalking”, ovvero di un gruppo di individui, fra i quali Tom, che la seguono, che entrano in casa per farle dispetti e per provocare incidenti di vario tipo –; e l’amica Bessie, la cui cotta per Tom Fitzwilliam potrebbe trasformarsi in qualcosa di più serio e compromettente.
Non è del tutto chiaro, all’inizio, quanto e come siano interconnesse le vite dei personaggi, ma questo è un piccolo quartiere, una sorta di microcosmo, una comunità in cui tutti si conoscono e conoscono gli affari degli altri: pagina dopo pagina, si delineano le relazioni in cui nessuno è chi sembra essere e il titolo, Qualcuno ti guarda, può essere indifferentemente riferito – come soggetto o complemento oggetto – a ciascuno di loro.
I capitoli in cui vengono descritte le situazioni vissute dai personaggi si alternano ai loro interrogatori dopo la scoperta del delitto, e questo rende il romanzo uno dei rari casi in cui nelle ultime pagine viene rivelato non solo l’assassino, ma, con un colpo di scena davvero imprevedibile, anche la vittima, che potrebbe essere chiunque.
Jewell eccelle nella creazione di personaggi dalla psicologia complessa e nel metterne a nudo le debolezze e i più intimi segreti, nella costruzione della trama e nel mantenere alta la tensione: niente di ciò che viene descritto è una “bugia”, ma il gioco di prospettive, la soggettività della realtà e il modo in cui siamo portati a interpretarla, anche alla luce dei nostri pregiudizi e delle convenzioni sociali, può essere fuorviante e condurre a conclusioni errate.
Non sorprenderà, allora, che l’autrice abbia potuto affrontare tematiche di un certo rilievo come le più diverse sfaccettature delle relazioni fra genitori e figli o fra adolescenti e adulti, il bullismo, le “gang stalking”, fino ai disturbi dovuti alla sindrome di Asperger.
Con la precisione nei dettagli che contraddistingue la sua scrittura, Lisa Jewell conduce il lettore lungo un percorso tortuoso ed emotivamente sconvolgente, al termine del quale c’è la consapevolezza che la realtà può nascondere, più spesso di quanto crediamo, una complessa rete di misteri e di intrighi.
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