Quando verrai di Laura Pugno

Se davvero i nomi contano nella personalità, è veramente appropriato il cognome Pugno per questa scrittrice, che nel suo romanzo ci colpisce con la violenza proprio di un pugno nello stomaco.

Eva, una bambina di appena undici anni, vive in una roulotte con la madre Leila e Stasi, un ambulante slavo che le fa da saltuario compagno anche se in realtà insidia la bambina in cambio di miserabili vestiti rosa. Eva non è amata: le sue mani sono coperte di strane chiazze opalescenti che non guariscono mai, la sua vita si svolge tra mercati, stazioni di servizio, piazzole si sosta sull’autostrada, con poco cibo e poco calore. Improvvisamente, la bambina viene rapita da un uomo di mezza età, che l’ha osservata a lungo e la nasconde in una grotta: anche lui ha le stesse macchie sulle mani e questo lo ha deciso a portare via la bambina, che stranamente dopo poco rilascia. Passano due anni, Eva è tornata da sua madre e da Stasi che ormai senza ritegno stupra la ragazzina mentre Leila, sempre più lontana, muore poco dopo per una emorragia cerebrale. Eva è sola. Il seguito della storia sarà per i lettori dura e misteriosa ad un tempo: la scrittrice infatti mischia il fantastico e il surreale con la descrizione cruda di un presente orribile, il nostro presente, fatto di degrado, di miseria, di mancanza di valori, di incertezza sul futuro del nostro paese.

Un libro difficile, con dialoghi davvero efficaci e serrati, che lascia in bocca l’amaro dell’ineludibile verità del male della società odierna. Il personaggio di Eva è costruito con grande cura e rappresenta il destino di tanti nostri ragazzini abbandonati a loro stessi, dei quali l’opulenta società televisiva non riesce a percepire neppure l’esistenza.