Questa notte mi ha aperto gli occhi di Jonathan Coe

Uno, spesso, dopo aver aperto un libro e dopo aver letto la prima pagina si ritrova senza sforzo a metà libro senza rendersene conto. Questo è quello che mi è successo con questo romanzo di Jonathan Coe, dovuto probabilmente al fatto che è scritto in maniera molto diretta, senza fronzoli e con un linguaggio che permette una lettura veloce e scorrevole, senza intoppi. E leggendo il lettore può ritrovarvi, sotto le spoglie di una storia che lo fa sorridere se non addirittura ridere, anche un argomento importante quale il disagio e la frustrazione, alquanto comune, di un qualunque giovane.

Terzo romanzo dello scrittore inglese, Questa notte mi ha aperto gli occhi è una divertente storia di un giovane tastierista con l’ambizione, abbastanza diffusa per la generazione di cui fa parte, di diventare una star della musica. Avendo del talento, ma non avendo probabilmente doti tali per sfondare in un tale mondo, vive una sorta di insoddisfazione tipica di un sogno che si potrebbe infrangere contro il muro della consapevolezza della non realizzabilità. La storia è “leggera”, divertente, ironica, quindi piacevole da leggersi. Storia che si arricchisce anche di un omicidio e di alcune strane coincidenze creando così un certo mistero che fa nascere nel lettore quella sana curiosità per capire cosa stia realmente succedendo.

La musica ha un ruolo importante nel romanzo dandone in qualche modo anche la struttura. Anche il titolo (parliamo del titolo italiano) è pescato dalla tradizione canora: esso infatti altro non è che la traduzione di This Night Has Opened My Eyes di Morrisey. Il titolo inglese invece è The Dwarves of Death, nome, nel romanzo, di un gruppo punk uscito con qualche pezzo musicale e che avrà un peso nello svolgimento della storia.

Non è certo La casa del sonno. Qui l’autore è, possiamo dire, meno maturo e quindi la storia un po’ “incompleta”, ma direi che ci sono molti spunti interessanti. Alla fine del libro c’è anche una sorta di appendice, V.O., che potrebbe essere una specie di epilogo o, volendo, anche un’altra storia con lo stesso personaggio.