Questa primavera
- Autore: Carlo Castellaneta
- Categoria: Narrativa Italiana
“Ho sempre pensato, e continuo a pensare, che alla fine della vita sapremo di noi stessi, nel migliore dei casi, l’ottanta per cento di quanto ci serviva per essere felici. Perché nell’altro venti per cento ci sono tutte le contraddizioni irrisolte che ci siamo portati dietro fino all’ultimo giorno, i dubbi, le paure, le illusioni che ci hanno accompagnato dall’infanzia alla vecchiaia, intrecciati in modo così complesso da non riuscire mai a venirne a capo.”
Carlo Castellaneta, scrittore e giornalista, è ricordato da tutti come il cantore di Milano. La città del Corriere, dove aveva iniziato a lavorare da giovanissimo, era la città amata nei suoi luoghi e nei suoi spazi d’interesse. È stata la prediletta fra le sue protagoniste, descritta in tanti romanzi dai quali sono stati tratti indimenticabili sceneggiati televisivi. Per metà milanese e di padre pugliese, l’autore dei Navigli è scomparso lo scorso anno, all’età di ottantatré anni, lasciandoci in eredità i suoi numerosi romanzi tradotti e amati all’estero: Francia, Spagna, Inghilterra e America Latina. Viaggio con il padre del 1958 fu il suo primo lavoro che piacque ad Elio Vittorini e gli permise di entrare a far parte della grande famiglia di via Solferino.
Questa primavera, scritto intorno ai cinquantacinque anni, racconta le stagioni della vita di un uomo. Per il passato l’autore attinge dai ricordi della sua infanzia e della sua gioventù narrando il piacere delle sue prime scoperte. Nella stagione del presente descrive invece l’attualità dell’epoca con i suoi fatti di cronaca. Nella stagione futura immagina l’irrealizzabile. La stagione del passato si apre con il racconto In cucina, il ricordo senza tempo della cucina di casa, la stanza più importante, nella quale si avvicendava tutto ciò che riguardava l’intera famiglia. Dalla preparazione dei piatti allo svolgimento dei compiti della scuola, dai litigi con le battute veloci della mamma, all’ascolto della radio, ai festeggiamenti del Natale e dei compleanni. Erano gli anni prima della guerra e lo scrittore descrive la madre intenta fra gli arnesi e i piatti, in quel piccolo locale con le dispense a retina che tenevano lontani gli insetti e la piccola ghiacciaia in legno foderata di zinco, i frigoriferi non c’erano ancora. In quella cucina, ricorda lo scrittore, prevaleva la parsimonia della madre. Lo si era a quei tempi, perché non ci si poteva permettere di preparare intingoli e manicaretti.
“Rivedo gli utensili di mia madre, scomparsi dalle cucine di oggi: il pestacarne di ferro, l’asse per la polenta..ma queste sono notazioni sentimentali. Anche perché di lì a poco, proprio su quello stesso tavolo dal ripiano di marmo, io avrei iniziato a scrivere, tutte le sere dopo cena, il mio primo romanzo.“
Ricorda inoltre che allo scoccar delle sirene delle fabbriche, a mezzogiorno, a volte la madre non sapeva ancora cosa mettere in pentola, mentre per la cena era d’obbligo la rielaborazione degli avanzi del pranzo: dal poco venivano fuori polpette meravigliose e dal nulla nascevano le minestre. Poi lo scoppio della guerra e il rifugio in montagna, dove erano sfollati. Il cibo che non si trovava e la fame che si faceva sentire risvegliavano i dolci ricordi della loro casa e soprattutto la laboriosità in cucina. Nel racconto Quel giorno da Buzzati, Castellaneta narra di quando appena ventenne aveva deciso di fare il giornalista. Era il 1953 e tante erano state le porte chiuse. Volle a quel punto giocare la carta della fotografia. Dino Buzzati, redattore capo al Corriere, era in una foto con suo padre, appena usciti dalla scuola con i gradi di sottotenenti. Di suo padre però non mi ricordo fu la risposta di Buzzati a Castellaneta con la restituzione della foto. Ma senza arrendersi il giovane scrittore lasciò il suo manoscritto e per il resto della storia conosciamo il prosieguo. Questa primavera è un libro di piccole memorie del passato e di alcune raffinate cronache di un’Italia che a metà degli anni ottanta stava cambiando, mutando nei costumi e nella vita sociale delle città. Lo sguardo profondo e attento di un autore nella società di allora, che vide la fine delle divisioni sociali con la voglia di dimenticare una difficile crisi politica che si era protratta per troppo tempo. Il suo sguardo accorto alla coppia, al rapporto d’amore e all’individuo, consapevole sempre più della sua solitudine, ai margini di una città che diveniva invivibile.
Carlo Castellaneta è stato una firma storica del Corriere, un attento cronista della realtà, un intellettuale che per tutta la sua vita ha rifiutato qualsiasi appartenenza ideologica. Un provocatore a volte, che con la sua scrittura semplice e confortante ha tratteggiato il rimpianto di un’epoca.
Questa primavera
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