Raccontami la notte in cui sono nato
- Autore: Paolo Di Paolo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2008
Chi di noi non ha desiderato, almeno per una volta, vivere la vita di qualcun altro? Chi di noi non ha pensato, anche solo un momento, come sarebbe stato se la propria esistenza avesse vestito i panni di un’altra, completamente all’opposto, faticosamente diversa dalla nostra?
Ma un conto ė voler vivere le insidie, le preoccupazioni, le gioie di qualcun altro. Un conto è mettere la propria vita in vendita. Su Ebay, oltretutto. Questo è ciò che fa Lucien, ventiquattrenne innamorato della Signorina F., alle prese con una quotidianità forse troppo sua per sentirsela bene addosso, troppo incollata alle dita per capire di non poterne fare a meno, e così decide di sbarazzarsene. Sulla scia di Nicael Holt, ragazzo australiano di 24 anni che vende la propria vita su Ebay a meno di seimila dollari, anche Lucien trova il coraggio di farlo. E lo fa. Offrendola a Filippo, perfetto sconosciuto incontrato per caso, proprietario del libro che Lucien cercava: un volumetto per bambini illustrato da Richard Scarry.
"Raccontami la notte in cui sono nato" di Paolo Di Paolo è un romanzo alla ricerca di una vita già occupata da se stessi. Ma per capirne l’oscura ed intrinseca profondità, per captarne l’essenza, indelebilmente incastrata tra le pieghe di un animo fatto su misura per lei, occorre buttarla via, gettarla nell’esistenza di qualcuno che magari non la vuole neanche.
Filippo, indifferente tutto-fare-e-nulla-stringere, proprietario - lui sì - di una vita sbrindellata, fatta di nonchalance, studi sulle "Variazioni del respiro", un fascino vagamente consumato e qualche scarabocchio che si atteggia a disegno, si adagia tra le righe del racconto di Lucien - il racconto della sua vita - senza scomodarsi troppo: in fondo "sì, tanto cos’è che devo aspettare"? Perché Filippo non ha la sensibilità di Lucien, non è alla ricerca del "resto", di quel famoso "resto" al cui solo pensiero Lucien sembra svenire, quel "resto" che manca, che non si trova da nessuna parte, quel maledetto "resto" che avrebbe completato la vita del giovane ventiquattrenne:
"Lui la capisce poco la mia testarda insoddisfazione. Dice: non ci vuole niente a farsi bastare la vita, soprattutto se è come la tua: hai la passione, hai un lavoro per spenderla; che altro serve? Il resto viene da solo".
E invece no, non viene. Nè da solo nè in compagnia. E allora tienitela tu questa vita che il "resto" non ce l’ha, caro Filippo. Tieniti la madre di Lucien, a cui lui non ha mai chiesto di raccontargli la notte in cui è nato, tieniti la sua famiglia, col loro salotto, la loro cucina, le loro abitudini. Tieniti anche la sua camera, il suo letto, i suoi libri. Tieniti, visto che ci sei, anche gli amici, Teresa, Manolo, Rossella, Mary, tanto Lucien lo verrà a sapere da te che Teresa si è innamorata di un pasticcere portoghese, che Manolo ha avuto una mezza storia con Rossella e che a Mary piace raccontare storie. E soprattutto, tieniti Signorina F., seducila, facci quello che "io, non era una cosa prevista". Tieniti tutto, perché tanto Lucien ripartirà da un quaderno con la copertina nera, ripartirà dalla consapevolezza che è basso, ripartirà da una mattinata di primavera a Milano e ripartirà pensando: pensando a Signorina F., pensando alla vita che era sua, pensando che quella che Filippo gli racconta è una vita "che con la mia non aveva più niente a che fare".
Primo romanzo di Paolo Di Paolo, "Raccontami la notte in cui sono nato" è la storia delle radici, di quel patto profondo e silenzioso che lega noi a quello che siamo, al luogo di partenza e a quello di arrivo, a quello che abbiamo costruito. Dal tono leggero, ma mai banale, è un romanzo di pregevole fattura nella sua complessiva brevità.
Ispirato ed ispirante, manca forse della verve che caratterizzerà romanzi come "Mandami tanta vita" (Feltrinelli, 2013, finalista premio Strega) o "Dove eravate tutti" (Feltrinelli, 2011, Premio Mondello, Premio Vittorini), tuttavia rimane un piacevole portatore di intrinseca profondità.
Raccontami la notte in cui sono nato
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