

Ragnatele. Un caso per Natalia Solari, vice questore
- Autore: Patrizia Fassio
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Lo chiamano thriller psicologico, ma se l’aggettivo va bene, come sostantivo si dovrebbe parlare di un bel giallo classico, ambientato in provincia, anzi, in campagna. Tanto più che appartiene ai Gialli Damster (il giallo in tutte le sfumature) collana della casa editrice Damster, marchio delle Edizioni del Loggione di Modena, nata Comma 21. In quella veste editoriale, le copertine erano una diversa dall’altra e il contenuto di genere poliziesco, azione, mistero. Ora i volumi sono identificati da un bollino — su fondo giallo, manco a dirlo — e unificati da una grafica caratteristica di base, con i dorsi paglierino, un po’ di nero e disegni colorati e movimentati, sotto i titoli a caratteri bianchi. Ai quasi cinquanta libri in catalogo, si è aggiunto questa primavera Ragnatele. Un caso per Natalia Solari, vice questore (2022, 344 pagine) di Patrizia Fassio, neo entrata nella scuderia della casa editrice emiliana.
Un nome, una “penna”, una garanzia (dove per penna s’intende la tastiera del pc al giorno d’oggi). Patrizia Fassio è stata a Genova fino al 1971, quando si è trasferita a Roma. Vent’anni dopo, ha cominciato a lavorare per la televisione, come sceneggiatrice, soggettista, editor, firmando molte serie apprezzate dal pubblico, compresi Amico mio, I Ragazzi del Muretto, L’Avvocato delle Donne, Scomparsi, Provaci ancora prof.
Il mestiere finora prevalente dell’attuale scrittrice viene fuori nelle prime pagine del romanzo, anzi, nelle prime righe, dove riesce a presentare la Solari quasi inquadrandola con una cinepresa, per i lettori-telespettatori. Trentaquattro anni, Natalia ama ogni angolo dell’universo verde in cui vive. Il suo corpo si adatta a ogni capriccio delle stagioni, come se fosse programmato per farne parte. Anche i capelli rossi, i grandi occhi verdi, la pelle chiara sembrano partecipare ai mutamenti della natura, assumendo le tonalità secondo i mesi dell’anno.
Vive in un podere di Monterchi, un paesino dell’Aretino, con il padre Francesco, reduce da un infarto superato e la sorella adottiva Alice, entrata da ragazzina nella famiglia Solari, all’età di nove anni. Ora ne ha diciassette, è solare e molto brava negli studi, sebbene la sua vivacità sia spesso offuscata da fasi di malinconia. È così da quando è sparita Marta, che le aveva fatto da mamma, dopo avere accettato di prendersi cura della piccola. Il caso era stato segnalato da don Carlo, parroco ad Arezzo: abbandonata alla nascita dalla madre bambina e cresciuta fino ad allora in una casa-famiglia.
Marta è sparita da quattro anni, lasciando all’improvviso il marito — che la venerava — e le due figlie amatissime.
Neanche il tempo di raggiungere il Commissariato a Sansepolcro, con la vecchia Suzuki sempre in affanno nelle ripide stradine interpoderali, che il vice ispettore Pizzuto la informa di un cadavere in via della Fontanella, ad Arezzo, nel quartiere di Porta Crucifera. Anche nel caso del poliziotto, si conferma la grande mano da soggettista-sceneggiatrice di Patrizia. Bastano quattro particolari: figlio di contadini, entomologo per passione, quarantenne single d’altezza spropositata, sottile come una canna rinsecchita.
Il sopralluogo sulla scena del delitto mette in evidenza oltre al morto ammazzato altri due personaggi, presentati in profili rapidi quanto precisi. L’agente Mieli e il medico legale Molinari.
Daniele è uno dei sottoposti che Natalia preferisce, per l’intelligenza acuta, la simpatia, l’umiltà, la sensibilità a volte portata all’eccesso e soprattutto la disarmante sincerità. Mieli non è in grado di dire il falso e questo continua a cagionargli non pochi guai, ma i suoi venticinque anni sono troppo pochi per indurlo a cambiare.
Il dottor Lorenzo, pur non essendo quello che si dice un bell’uomo, diffonde intorno un alone di fascino e autorevolezza. L’aspetto è curato ma sobrio, gli occhi chiari si intonano alle camicie azzurre che indossa, i capelli castani sono lisci e piuttosto lunghi. La voce calda e profonda.
C’è modo subito di apprendere, allo stesso tempo, che davanti all’ennesimo spettacolo di morte violenta, mentre osserva il povero viso ed esamina il corpo, sgozzato nel suo letto, la Solari torna a pensare di avere scelto probabilmente il lavoro sbagliato. Troppo spesso la espone a scene come questa, a volte ancora più agghiaccianti. La mancanza di pietà che spesso occupa tanto spazio nell’anima di molti uomini la sconvolge e continua a stupirla.
Inoltre, con l’affascinante medico legale Molinari c’è stato qualcosa di tenero, che si è interrotto, per colpa di Natalia. È che la nostra vicequestore ha una sacrosanta paura dell’abbandono, per ragioni sue personali psicotraumatiche. Questo la porta ad avere paura di portare avanti relazioni sentimentali importanti, che potrebbero degenerare, al punto di ferirla nuovamente.
Nonostante tutto, le vicende raccontate dalla sceneggiatrice scrittrice in questo perfetto giallo di tradizione la porteranno a fare quello che non avrebbe mai voluto fare: guardarsi indietro, rivolgersi al passato.
Ma niente altre spoilerate sulla trama del romanzo. Solo una rivelazione: Patrizia Fassio stessa assicura che Natalia in qualche modo le somiglia...

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