Scheletri
- Autore: Stephen King
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
- Anno di pubblicazione: 2014
Ho sempre considerato Il Re come uno scrittore instabile: grandi opere da una parte, indicibili fiaschi dall’altra (Cell e Duma Key vi dicono qualcosa?), disastrosi a tal punto da chiedersi se ne sia veramente lui l’artefice, il creatore di Darry e Castle Rock e dell’intera saga della Torre Nera. Anche in questi flop, però, persistono i suoi inconfondibili colpi di genio, l’inumana capacità, prettamente americana di esprimere tematiche profonde attraverso immagini folgoranti. Ragion per cui, a mio parare, Stephen King riesce particolarmente bene nei racconti.
“Scheletri” risale al 1985 (prima edizione) ed è la terza raccolta di racconti dello scrittore, dopo “Stagioni diverse” e “Quattro dopo mezzanotte”. Sono storie scritte in età differenti (l’immagine della falciatrice risale addirittura ai diciotto anni), coprendo un arco di tempo di oltre due lustri.
“Un bacio veloce, nel buio, ricevuto da uno sconosciuto”.
È così che definisce un racconto. Procedendo nella lettura, comunque, ho notato che lo sconosciuto non è sempre lo stesso. O per lo meno, alcuni baci sono più passionali ed intriganti di altri.
Lode smisurata per Il word processor degli dei e Nona. L’ossessività inebriante del Re fa a braccetto con trame calcolate, culminando magistralmente nei due finali a sorpresa. Ottimo intreccio anche per La scorciatoia della signora Todd e La ballata della pallottola flessibile: racconti simili, basati interamente su un lungo discorso (un vecchio perso nelle reminiscenze passate, un editor dal bicchiere facile per il secondo). Atmosfere surreali in La scimmia e L’uomo che non voleva stringere la mano (e se una scimmia giocattolo provocasse una vittima ad ogni battito di piatti?, e se un uomo annunciasse di non poter stringere la mano?); così come in L’arte di sopravvivere, racconto innovativo e organizzato in forma di diario: non pienamente riuscito, oserei dire, ma gettato a rotta di collo verso la sperimentazione artistica, in perfetto stile Stephen King.
Tre racconti non superano le dieci pagine, i meno riusciti. La storia più lunga, invece, è quella che apre la raccolta: scritta nel 1976 e concepita a seguito di una tromba marina a Brington, sto parlando de La nebbia, un cocktail sublime di fantascienza, mistero, survivalism e chi più ne ha più ne metta. Un uomo si ritrova con il figlio e il vicino in un centro supermercato, circondato da una fitta nebbia, che, ben presto, si rivelerà essere un mostro omicida, pronto ad artigliare carne con letali tentacoli grigi (e non solo). Considerando il numero di pagine (129), a stento può essere classificato come un racconto.
Ma si sa, dietro ogni problema c’è un’opportunità, ed è per questo che il prossimo 22 giugno è in arrivo una serie televisiva in suo onore, The Mist, firmata da Christian Torpe e composta da dieci episodi. Attendiamo impazienti.
Consiglio “Scheletri” a chi vuole evadere dalla realtà, perdendosi in mondi multiformi; per gli aspiranti scrittori può rappresentare un ottimo esercizio di condensazione. I racconti sono più legati tra loro di quanto sembri. Di conseguenza, conducono il lettore in un (distorto) percorso, gettando luce tra gli abissi dell’animo umano e regalando brividi: freddi, angoscianti, ma a loro modo piacevoli. Un po’ come i baci.
Scheletri
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