Sciascia l’eretico. Storia e profezie di un siciliano scomodo
- Autore: Leonardo Sciascia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
“Risiedevo già qui, poi vi sono nato” Leonardo Sciascia.
Questo è l’esergo significativo in introduzione di questo prezioso volume di Felice Cavallaro, che non si attribuisce alcuna qualità di erede o emulo dello scrittore di Racalmuto: il suo è un approccio corretto e lucido, specie in un momento in cui molti si dichiarano, senza esserlo, eretici come Sciascia.
Sciascia l’eretico. Storia e profezie di un siciliano scomodo (Solferino, 2019) non è una biografia di Sciascia, ma il racconto di un pensiero che nasce, cresce e si sviluppa all’interno di un difficile contesto storico. Un pensiero che Felice Cavallaro riporta a volte non sposandolo, ma con obiettivo distacco, pur mostrando una vicinanza affettiva.
Leonardo Sciascia è uno dei più importanti scrittori del Novecento letterario italiano e la potenza dei suoi lavori risiede nell’attualità dei suoi messaggi. Le sue non sono solamente storie che riguardano il passato o che allo stesso fanno riferimento come nel caso dell’Affaire Moro, dell’antimafia, delle imposture; nei suoi libri gli eventi sono utilizzati per osservarli come con una lente di ingrandimento e per scrutare i problemi di oggi e capire come affrontarli.
Felice Cavallaro restituisce l’immagine dell’uomo Leonardo Sciascia, una icona della cultura italiana della seconda metà del Novecento, una personalità che ha segnato in maniera profonda la riflessione politica e culturale. La sua è la figura di un personaggio che è stato analizzato nei dettagli come tutti i grandi intellettuali, che ciascuno ha tentato di interpretare a modo suo.
In questo caso Felice Cavallaro narra in maniera efficace e con delicatezza la contraddittorietà dell’uomo, il percorso di un intellettuale in anni particolari quali gli anni Sessanta, Settanta fino ai primi anni Ottanta. Vi sono alla base di quest’ultimo lavoro di Felice Cavallaro, una serie di approfondimenti che mostrano la persona di Sciascia non solo come un intellettuale, ma come un individuo carico di sentimenti, come nei rapporti interpersonali tra cui quelli conflittuali con Renato Guttuso, un rapporto umano interrotto che non fu più ricomposto.
Sciascia ebbe tante ossessioni che hanno avvelenato la sua vita, tra cui l’ingiusto arresto di Enzo Tortora, quando fu data per scontata la colpevolezza nonostante la pochezza delle prove basate su un’omonimia.
Ne scaturisce la rappresentazione di una figura controversa che si tentò di etichettare per alcune sue posizioni, come quella all’indomani del suo famoso articolo sui professionisti dell’antimafia o per l’affermazione eclatante sulle Brigate rosse. Anche dopo la sua morte si rielaborano le sue critiche verso l’antimafia e il terrorismo brigatista in termini riduttivi e non in una ampia visione culturale.
Sciascia fu un polemista, ma non per partito preso. Nel caso del sequestro Moro, condusse una attenta riflessione sull’autenticità delle sue lettere durante il sequestro, analizzando il tormento interiore dell’uomo e non solo del politico, ricercando una verità assoluta che tarda a manifestarsi. Egli venne a determinare che quelle lettere dalla prigionia raccontavano un’Italia di quel tempo, di quello Stato in cui non si riconosceva. Sciascia, un uomo che si poneva a fianco della verità e della ragione anche nei momenti meno adatti. Secondo l’autore, Sciascia è eretico, ma è profondamente religioso, avendo fede nella verità e nella ragione, pronto a schierarsi contro tutte le “parrocchie” e per questo considerato un intellettuale da cancellare dalla Enciclopedia del Novecento, ma molti hanno adesso mutato parere.
Sciascia l'eretico
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