Sette note musicali
- Autore: Zoran Zivkovic
- Genere: Raccolte di racconti
- Casa editrice: TEA
- Anno di pubblicazione: 2011
Tremule, eteree, leggere ed incerte, sette note musicali si librano nell’aria. Sembrano slegate fra di loro, uscite da tasti premuti a caso da un gatto saltato su di un pianoforte, o da un bambino che armeggi con una tastiera elettronica. Eppure la frase musicale che formano ha un senso compiuto, prende forma dalla loro unione e si spinge fino a toccare la corda sensibile dell’ascoltatore, anzi, in questo caso, del lettore, poiché queste note altro non sono che sette delicati e surreali racconti.
Zoran Živković, già autore di “Sei biblioteche”, torna con i suoi magici e affascinanti racconti. Stavolta, però, il tema principale che lega questi sette frammenti di vita è la musica. Musica che non necessariamente rappresenta l’occupazione o il passatempo principale dei protagonisti, ma che sicuramente è fusa con le loro esistenze, presente nei loro giorni, spesso senza che loro stessi ne siano pienamente consapevoli. Nel quotidiano di sette persone ordinarie, perfino abbastanza grigie, tutte più o meno arrivate all’ultima parte della loro esistenza, improvvisamente un suono porta un soffio di vita, che può essere liberatorio o devastante, oppure fornire una momentanea illusione e poi sparire nuovamente, lasciando la realtà di chi l’ha sperimentato esattamente uguale a prima.
Pacati, intimisti, dolcemente “noir”, questi racconti sembrano restare sospesi nel tempo e nello spazio, in una dimensione irreale. La piatta normalità e la routine vengono sconvolte da sviluppi inverosimili, brusche sterzate della realtà delle quali solo il protagonista si rende conto. Fenomeni paranormali o semplicemente inganni della mente, premonizioni, ricordi, speranze, rimorsi?
Vite fatte di silenzi e solitudini, quelle sfiorate dalle vibrazioni della musica. Un educatore di bambini autistici ricerca un miglioramento, per loro ma, in fondo, anche per sé stesso, nell’ascolto di brani musicali. Una bibliotecaria è sconvolta da un sogno raccapricciante e forse premonitore. Un vedovo viene trascinato nei ricordi dalle note di un carillon. Una zitella è tormentata da visioni di future disgrazie. Un pensionato dipinge quadri senza senso e senza scopo. Un professore vive i propri ultimi istanti nel ricordo di una musica celestiale. Un liutaio si uccide gettandosi dalla finestra della sua mansarda, senza che il suo gesto possa essere veramente capito da nessuno.
Questi racconti non lasciano spazio alla speranza. La musica viene vissuta come illusione di una via d’uscita, di una soluzione, di un progresso, ma resta sempre e comunque un’illusione, che alla fine lascia i protagonisti rassegnati, delusi o addirittura più disperati di prima. Eppure ogni parola, ogni frase è intrisa di poesia, di quella dolce malinconia della vita che stringe la mente e il cuore con un dolore che ha del sublime, perché aiuta a ritrovare il senso della propria umanità.
Ci si potrebbe chiedere se sia il dolore o proprio il timore di ritrovare sé stessi, quello che genera nei protagonisti questa sottile paura che li accompagna. Sono vite in qualche modo trattenute, frenate, bagnanti che immergono un alluce nel mare guardando con diffidenza le onde e rabbrividendo all’idea di assaggiare il sale. Esistenze solitarie, matrimoni ormai spenti, il terrore di raggiungere la perfezione, l’impossibilità di uscire dal proprio guscio di gesti rassicuranti e banali. Eppure, questi brevi guizzi di magia, come raggi di sole, le illuminano e danno vita a sette momenti preziosi.
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