Severina di Ignazio Silone

Protagonista del romanzo rimasto incompiuto di Ignazio Silone è Severina, una giovane suora cresciuta in convento dopo la morte della madre. Casualmente, un giorno che si trovava all’esterno, si ritrovò ad assistere ad una scena di sangue durante la quale un giovane venne ucciso dalla polizia. Essendo stata vista e indicata di conseguenza come possibile testimone, viene inaspettatamente redarguita dalla Madre Superiora che le impone di mentire, di raccontare una versione falsa ma in accordo con quella voluta dalla polizia. Severina è interdetta, vuole dire la verità, perché così le era stato da sempre insegnato e invece, proprio da colei che è a capo del convento, le viene proposta la menzogna. Una volta in tribunale la giovane suora darà retta al proprio cuore confessando nel dettaglio l’accaduto. Da questo momento inizierà il distacco dal convento, dalla vita monastica e dalla sua fede. Lei affermerà sempre ‘io spero’ e non più ‘io credo’. Anche don Gabriele, suo amico e padre spirituale, che ogni tanto spunta nel romanzo, quasi sempre accanto a Severina, avrà una crisi spirituale. La giovane suora smetterà l’abito e tornerà alla casa paterna dove troverà una realtà che le era stata nascosta. Inizierà la sua nuova vita in un mondo che non aveva mai conosciuto né vissuto e che le riserverà non poche sorprese. Cercando lavoro realizzerà che l’eco di quanto accaduto al convento l’aveva seguita anche al di fuori e l’aveva segnata come un marchio. Cercherà allora di ribellarsi al sistema e si farà trasportare dall’euforia e vitalità di alcuni giovani ragazzi che la introdurranno in un ambiente di contestazione. Severina è una persona delusa, Severina è una vittima.

Come del resto quasi tutti i romanzi di Silone, le vicende di Severina si svolgono in Abruzzo e hanno, quindi, un ampio contenuto autobiografico. Severina è un romanzo incompiuto, l’ultimo libro di Ignazio Silone: l’autore non riuscì a completarlo a causa del male che lo affliggeva e che lo porterà alla morte.

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Grazie all’operato della moglie che si prodigò non solo per terminarlo, basandosi sugli appunti del marito per colmare le lacune, ma anche per farlo pubblicare postumo, oggi siamo in grado di poterlo leggere e apprezzare.