Sole di mezzanotte di Jo Nesbø

Il Sole di mezzanotte (Jo Nesbø, Einaudi, 2016, traduzione di Eva Kampmann) continuava a splendere implacabile, illuminando tutti coloro che vivevano in quelle terre quasi desolate, senza curarsi di distinguere se fossero giusti o meno. Quando Ulf vide l’animale morto, steso in terra a 20 metri dal capanno, comprese l’errore che aveva fatto. Ma anche il livello che l’ansia aveva raggiunto.

Il Pescatore trova sempre quello che cerca.

In un attimo ripercorse mentalmente gli accadimenti dell’ultimo periodo, dei quali aveva ormai soppesato anche i più piccoli dettagli. Ma si trattava di un esercizio inutile: niente avrebbe cambiato la realtà e, probabilmente, neanche lui avrebbe fatto qualcosa di diverso. I soldi, la droga, la possibilità di un guadagno facile e immediato; la cura per sua figlia. No, non avrebbe cambiato niente. "Il Pescatore trova sempre quello che cerca".

Respirò profondamente e tornò a concentrarsi sull’animale morto. Gli occhi di quello che era stato un magnifico esemplare di renna erano puntati sull’infinito: lo sguardo sembrava concentrato su cose di un altro mondo e, gli venne in mente, probabilmente era davvero così. Un po’ come accadeva a lui quando, sprofondato nei suoi pensieri, perdeva il contatto con la realtà che lo circondava e si immergeva in un qualcosa che esisteva soltanto nella sua testa.
Ricordò che, in particolare, il risveglio non era mai piacevole perché lo riportava all’amara consapevolezza di essere un fallito, incapace di raggiungere uno qualsiasi degli obiettivi che si prefiggeva o, semplicemente, di avere una parvenza di vita normale. Scivolò pericolosamente verso l’autocommiserazione.
Ma ormai era troppo tardi. Il Pescatore non si sarebbe fermato davanti a niente e l’unica cosa che gli rimaneva era la speranza. Ben poca cosa, penso tra sé. Eppure, non tutto era andato malissimo da quando era arrivato a Kåsund: era riuscito a sistemarsi in un capanno da caccia isolato, che aveva tutte le caratteristiche di un fortino e che, dunque, sarebbe stato facilmente difendibile; aveva fatto delle conoscenze molto interessanti, di cui una ben più speciale di quanto potesse ancora rendersi conto. Non meno importante, aveva una carabina e molte cartucce.
Si guardò intorno ancora una volta: soltanto il rumore del ruscello interrompeva il silenzio di ovatta che ammantava il paesaggio innevato. Diede un’ultima occhiata al magnifico animale steso in terra, ignaro del fatto che la sua morte gli avrebbe regalato la vita. Si avviò verso il capanno e si predispose ad attendere: sapeva che sarebbe stata soltanto una questione di tempo.

Jo Nesbø ci accompagna con maestria in un’avventura intrigante, ambientata tra le lande quasi desolate di uno dei territori più affascinanti del pianeta.
Lo stile asciutto dell’autore non fa sconti e mette a nudo i mille riflessi che colorano la personalità del protagonista, restituendoci un’immagine molto reale, concreta. Pagina dopo pagina scopriremo un individuo dalla grande forza, fatta anche di paura ma soprattutto di scelte coerenti, di sentimenti e di umanità.
Per gli amanti del thriller è un’opera che non deluderà, da leggere tutta d’un fiato e che, alla fine, lascerà in dono molti spunti su cui riflettere. E allora, non rimane che avviarsi prima che la neve ricominci a cadere.