Solo Dio è innocente di Michele Navarra

Solo Dio è innocente (Fazi 2020, collana Darkside) è il sesto romanzo di Michele Navarra che vede come protagonista l’avvocato Alessandro Gordiani, creato dalla fertile penna dell’autore, nato nel 1968 a Roma, dove vive e svolge da quasi trent’anni la professione di avvocato penalista.

In questi afosi giorni romani di agosto non cercate nel suo studio legale l’avvocato Gordiani per chiedergli un consiglio, per salutarlo o per confidargli qualcosa di grave. Non lo trovate. E di conseguenza non vedrete Gordiani sfrecciare per le strade della Capitale in sella alla sua scassatissima Vespa, che necessita sempre dell’occhiata esperta di un meccanico. Gordiani e famiglia, la moglie Chiara e le loro due bambine, ufficialmente sono in vacanza in Sardegna a Sorru, piccolo paese della cam­pagna sassarese.

Ufficiosamente invece, Gordiani sta per incontrare nel tristemente celebre carcere nuorese di Badu ’e Carros, l’uomo della cui difesa si dovrebbe occupare, accusato di essersi macchiato dell’assassinio di un quindicenne per futili motivi. Gordiani, ansioso e maniaco del controllo, prima di incontrare il presunto colpevole Mario Serra, sente quella costante, fastidiosa e opprimente sensazione di ansia, che lo attanaglia ogni volta deve assume un nuovo incarico. Sensazione che tormenta senza sosta Alessandro ormai da due giorni, in pratica dal momento in cui aveva ricevuto la telefonata da parte di Carlo Serra, che gli comunicava:

“Credo che mio cugino Mario sia innocente”.

Una faida tra due famiglie sarde è al centro del romanzo dell’autore romano con la dedica:

“A Domenica, che mi ha insegnato a conoscere e ad amare la forza e la bellezza della sua terra”.

Ancora una volta il talento narrativo di Navarra si rivela fondamentale nel catturare l’attenzione del lettore. Tutto ciò avviene grazie a una trama avvincente e accattivante, dove l’avvocato/scrittore descrive luoghi affascinanti della Sardegna arcaica e misteriosa, che conosce bene. Nella Sardegna centro-orientale, a Fonni, uno dei principali centri della Barbagia, annidato ai piedi del massiccio del Gennargentu, tutto il paese sa bene che le famiglie Rutzu e Serra sono in guerra da tempo immemorabile. Un antico codice, quello barbaricino, come un ordinamento giuridico parallelo, consente la vendetta per un torto subito. È una legge non scritta, di regole tramandate da padre in fi­glio, che mai consente al sangue versato di cadere in prescrizione, come a volte capita nei tribunali. Per questo prima che il processo abbia inizio, Gordiani vuole capire, attraverso il primo colloquio in carcere con Mario Serra, se il pluripregiudicato, per giun­ta già coinvolto in passato in un’accusa di omicidio com­messo nei confronti proprio di un membro della famiglia Rutzu, conservi un briciolo di pietas. Gordiani, avvocato dalle grandi capacità, che coltiva l’arte del dubbio, anche nei confronti di se stesso, sa bene che il diritto di difesa è sa­cro. Inutile negarlo, Serra è un delinquente, probabilmen­te un assassino, ma è anche possibile che non sia lui l’assassi­no dell’adolescente Gregorio Rutzu. All’avvocato Alessandro Gordiani l’arduo compito di dimostrarlo.

“Solo Dio è senza peccato, solo Dio è innocente”.