Una giornata cominciata male di Michele Navarra

Una giornata cominciata male (Fazi 2022, collana “Darkside”) è l’ottavo romanzo di Michele Navarra con protagonista l’avvocato Alessandro Gordiani, creato dalla fertile penna dell’autore nato nel 1968 a Roma, dove vive e svolge da trent’anni la professione di avvocato penalista.

“Dio mio, ho ammazzato un uomo”.

È il destino a intrecciare tragicamente le vite di Federico Santini, ricco e affermato imprenditore, nonché “tombeur de femmes”, e quella di Ivano Papa, poco più che settantenne in condizioni di salute quasi perfette, padre e nonno eccezionale.
Complice di un mortale atto di pirateria stradale il più tipico dei temporali agostani, testimone dell’omicidio una prostituta clandestina nigeriana.

Una giornata cominciata male per Santini, accusato e denunciato dalla ex moglie di pedofilia, problema da risolvere esposto al suo avvocato Alessandro Gordiani nel pomeriggio, adesso in procinto di recarsi a Porto Ercole per incontrarsi con Claudia, la sua ultima conquista, una ragazza di trent’anni più giovane di lui.

Sulla Via Aurelia, battuta alle otto di sera da un violento nubifragio, non transita nessuno, ma all’improvviso in prossimità dello svincolo per Chiarone Scalo, la Mercedes GLE coupé nero metallizzato di Santini, lanciata a tutta velocità dal guidatore incurante della pioggia e della scarsa visibilità, impatta contro un ciclista, scagliato con violenza contro un pino. Santini, sceso a controllare i danni ma non le condizioni del ciclista, decide di risalire a bordo della sua macchina, riprendendo la strada verso l’Argentario, certo della propria impunità. Qualcuno ha visto tutto, ma denunciare significa anche esporsi, soprattutto quando si è privi di permesso di soggiorno.

Le cose si complicano quando a Ferragosto Santini si sveglia all’interno di una rimessa di barche su un tratto di spiaggia semideserto, spaesato e intontito; il monte Argentario, severa sentinella delle miserie umane. Quando Federico si reca nell’abitazione di Claudia, la trova assassinata, accoltellata all’addome.

“Cercò di convincersi che sarebbe andata bene”.

Sullo sfondo di una Roma agostana e del promontorio toscano dell’Argentario, Alessandro Gordiani riflette sul significato della parola “giustizia”, ripensando al suo film cult “… e giustizia per tutti”, diretto da Norman Jewison nel 1979 con protagonista Al Pacino nei panni di Arthur Kirkland un avvocato onesto e idealista di Baltimora. Se è dovere dell’avvocato difensore proteggere i diritti dell’individuo, dovere della pubblica accusa è quello di sostenere e difendere le leggi dello Stato.

Dunque: Giustizia per tutti. Ma tutte le parti vogliono vincere, alcune volte a dispetto della verità, della giustizia, a dispetto di chi è innocente o colpevole. A dispetto di chi è apparentemente indifendibile come Federico Santini, dal cognome angelico ma dal comportamento spregiudicato, coinvolto in una matassa di accuse. Ad Alessandro Gordiani il compito di dipanare questa ingarbugliata matassa, anche lui preso da una serie di complicazioni nella sfera privata, come la crisi matrimoniale con la moglie Chiara e l’attrazione per la collega Patrizia.

Coinvolgenti le descrizioni del sole, del mare e della luce dell’Argentario, luogo storico, pensiamo alla morte sulla spiaggia della Feniglia di Caravaggio il 18 luglio del 1610 o a Talamone, borgo marinaro, dove Garibaldi e i suoi Mille avevano fatto scalo nel 1860 per rifornirsi di acqua e armi. Orbetello, Porto Santo Stefano, Porto Ercole, siti coreografici, da cartolina, che fanno da contrasto con il cuore nero degli uomini che Michele Navarra si dimostra ancora una volta bravissimo nell’esplorare.

“Forse avrebbe potuto cavarsela. Dopotutto non era certo colpa sua se aveva avuto la sfortuna di imbattersi in quel ciclista imprudente”.