Sophy la Grande di Georgette Heyer

Solo nel 2012 è stato tradotto, in edizione integrale per le edizioni Astoria, il bel libro di Georgette Heyer, Sophy la Grande, scritto nel 1950.
Georgette Heyer è stata un’accurata scrittrice di romanzi ambientati in epoca Regency e ha scritto numerosissimi bestseller, senza interruzione dal 1921 al 1973.

Qualcuno ha detto: “Se hai astinenza di Jane Austen, leggi un libro della Heyer”.
A mio avviso “l’astinenza” di Jane Austen non passa, ma la lettura di Sophy la Grande è molto piacevole, rinfresca la mente e lo spirito.
Non passa il desiderio di Austen, perché i personaggi, e soprattutto Sophy, non hanno quell’evoluzione di sentimenti che fa sussultare l’animo ad ogni mutamento emotivo dei protagonisti. Le sorelle Bennet (Orgoglio e Pregiudizio) sono ognuna un aspetto di donna del periodo Regency ed Elisabeth le contamina con la sua arguzia e capacità di amare.

Sophy è grande sia in senso fisico (è una ragazza molto alta per i suoi tempi), sia nello spirito generoso e privo di conformismi.
Gli altri protagonisti, gli zii, lady e lord Ombersley, la signorina Eugenia Wraxton, i cugini, Cecilia, Hubert, e Charles sono di contorno allo splendore irriverente di Sophy, che conosce il mondo, sa guidare il phaeton come e meglio di un uomo, cavalca per Hyde Park su Salamanca, il suo focoso destriero, e porta come regalo ai cuginetti minori una scimmietta che fa impazzire tutti. Lord Horace, suo padre, l’ha educata, un po’ come Mr Bennet ha fatto con le sue figlie, al saper vivere, all’autonomia e a una visione del mondo consapevole e piena di libertà.
Sophy non conosce ancora l’amore, nonostante molti corteggiatori e il carnet dei balli sempre pieno. Gli uomini sono tutti sopraffatti dalla sua energia e sicurezza: una ragazza che sa affrontare con pistola alla mano loschi individui che ricattano il cugino più giovane, una ragazza che va da sola al mercato dei cavalli per comprare un paio di cavalli per la sua carrozza, è fuori dal quel mondo della seconda decade dell’ottocento, che vuole le donne sottomesse e limitate nei movimenti.
Alla fine arriva l’amore anche per lei, ma è un amore senza sottomissione, sfrontato, limpido e divertito.

Se ci abbandoniamo alla bellezza dei paesaggi, ad una Londra dove sembra vivere solo ricchezza e spensieratezza, al lusso dei balli con quattrocento invitati, allora il libro ci prende con delicatezza e due ore volano sotto un ombrellone o un bell’albero frondoso.