Temprati dal destino
- Autore: Giovanni Melappioni
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
“Non sarai mai come un signore castellano”.
Non sembri una minaccia quella che il mercenario Bulcsu rivolge al giovane cavaliere che gli è amico. Bentrovati i lettori tra le pagine di Giovanni Melappioni e bentornato l’autore della saga Il Giglio e il Grifone. A settembre 2017, il ciclo narrativo made in Italy si è arricchito del secondo volume, “Temprati dal destino”, pubblicato da Meridiano Zero (pp. 356, euro 18,00).
Il primo titolo (“Forgiati dalla spada”, uscito nel 2016) ha incontrato tanto successo e ricevuto apprezzamenti tanto lusinghieri da strappare un seguito al marchio editoriale gemmato dalle edizioni Odoya di Bologna.
Giovanni Melappioni è giovane (37 anni). È appassionato (di storia, wargame, modellismo), studia l’età medioevale (cura il popolare blog Il medievalista), padroneggia i costumi dell’epoca (li indossa nelle rievocazioni storiche), ama la sua Civitanova Marche e il passato di un territorio punteggiato da rocche e castelli.
I romanzi di cappa e spada, usbergo e lancia, elmo e scudo di questa serie sono irrobustiti dalla sua cultura specifica, vitalizzati dal suo entusiasmo, dalla passione per il Basso Medioevo, i valori e i guasti del tempo, la possibilità di creare fortune dal niente, di acquisire terre, patrimoni, titoli nobiliari, ma anche di perdere tutto.
Abbiamo già definito la sua saga una “chanson de geste moderna” (SoloLibri, 7 settembre 2017): parere confermato. E ribadito, sebbene più che da paladini i suoi eroi siano abbigliati da cavalieri corazzati, in virtù del secolo avanzato in cui agiscono. Degli Ivanhoe, insomma, con le armi e le vesti del 1100, ma col cuore e il carattere degli uomini d’oggi, nonostante qualche inevitabile concessione ai modi spicci del XII secolo.
Per dare un’idea di parte del contenuto delle pagine di Giovanni Melappioni, in queste avventure medioevali si uccide, si violenta, si tradisce come niente. Mutilare è all’ordine del giorno, minacciare morti atroci e tormenti disumani è facile come mangiare, svuotare la vescica e affondare lame nei corpi. Ma in tanta ordinaria crudeltà di sadici assassini e guerrieri spietati, risalta il buon cuore di Guibert, figlio di Ademar di San Girs, il Signore del Leone. Illegittimo, non a caso lo chiamano il Bastardo, ma se non può cancellare la nascita, non lo è certamente per natura.
“Non sarai mai come tuo padre”
insiste Bulcsu, combattente temibile, metà germano metà ungherese.
“Perché mi segui allora?”
chiede il giovane. “Proprio per questo”. Perché Guibert non sarà mai un cinico dispensatore di morte e nemmeno un cieco esecutore di giustizie sommarie. Il figlio di Rohese, la concubina preferita di Ademar, è un bravo guerriero, tormentato però dagli scrupoli di un temperamento portato all’equità, laddove il ruolo di condottiero lo dovrebbe portare a non perdonare incertezze e menzogne.
Un altro non esiterebbe a far scorrere il sangue del carbonaio che ha dato ospitalità al piccolo seguito del giovane Leone, spedendo di nascosto i figlioletti ad avvisare le guardie del castello. Tutto giustificherebbe una condotta spietata: bruciare il padre, dare la figliola in preda agli uomini e fare sgozzare il maggiore dei piccoli se non entrambi. Guibert ricorda perfettamente la debolezza mostrata davanti all’infedele porcaro Guidoc. Ancora brucia lo schiaffo ricevuto in pubblico dal Signore di San Girs suo padre. I tempi pretendono severità e la sua gente se l’aspetta, ma è consapevole che il carbonaio non aveva scelta: il castellano avrebbe punito l’aiuto al manipolo ribelle. Cosa avrebbe potuto fare invece?
Il senso di giustizia di Guibert è molto moderno.
Ed ecco rientrare in scena, uno per volta, i personaggi di questi romanzi, affollati di protagonisti, comprimari e comparse più dell’arazzo di Baieux.
A cercare di restituire le terre della Signoria all’amico d’infanzia c’è anche Ethion, il figlio dello stalliere di Ademar. Altrove, Bertram de Lonbranch, fedele alla dinastia del Leone, scorta la bella Aalis, ma vengono circondati dagli uomini al servizio di Hugh Le Puiset. Il cavaliere Odeghar e i suoi giungono in tempo per salvarli ed evitare una brutta fine alle grazie della ragazza scozzese amata da Guibert. Ad affidare l’ex conversa con le efelidi al secondogenito dei Lonbranch è stata Sigalsis, da sempre relegata in convento, dove al momento deve guardarsi dalle voglie dei monaci guidati dal nuovo priore Hamon, che ha competenza anche sul monastero femminile. È l’unica figlia femmina di Ademar, franca complice di Guibert fin da tenera età. Sono cresciuti insieme nel castello.
Tra i cattivi - e non sono pochi - nessuno trama più di Ildegaris, che sogna di piazzare il figlio Baduine al posto del marito Ademar, vincendo la concorrenza del Bastardo, al quale sono sempre andate le simpatie del genitore, che si specchiava in quel ragazzo, nato dall’unica donna veramente amata delle tante che aveva posseduto.
Ci sarebbe da dire ancora di Reinar, veterano rotto a tutti gli scontri, un altro rude e forte ma di gran cuore. Non solo, ci sarebbe da dire di parecchi altri, ma li lasciamo ai lettori, tanto del secondo che del primo titolo di Giovanni Melappioni, tuttora in commercio, anche nella versione ebook e kindle.
Temprati dal destino
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