Tiro al bersaglio di Gianni Simoni

Nuova indagine per il commissario Lucchesi, ormai noto personaggio nato dalla penna di Gianni Simoni; ora lo incontriamo nuovamente in “Tiro al bersaglio”.

Lucchesi è il personaggio più interessante del romanzo: un poliziotto quasi troppo strano per essere vero ma, allo stesso tempo, letterariamente molto realistico e molto difficile da dimenticare. È un quarantenne dalla pelle nera, di madre eritrea, anomalia che condiziona le sue relazioni con i cittadini e spesso fa emergere la sua rabbia nascosta. Le sue giornate sono faticose, con ritmi pesanti, pasti saltati, acrobazie diplomatiche con colleghi e superiori, difficoltà economiche e un contatto continuo con il male che gli rode l’anima. Ha un problema cardiaco, non può cedere agli stravizi. Non dorme molto, si consola bevendo e fumando, ha una vita sentimentale complicata con l’ispettrice Lucia Anticoli, con la quale si scontra spesso, anche se sempre serenamente. Da qualche tempo, però, sente il bisogno di novità e resta incantato da

“la voce della ragazza, bassa, tranquilla, con un timbro che sembrava prevalere sulle parole e le mani (…) che lei muoveva con grazia. (…) Andrea Lucchesi ci si era perso”.

In questo libro, in particolare,

“il commissario Lucchesi possiede il fiuto, quell’istinto animale che lo porta a cogliere il dettaglio diabolico della verità”.

Milano, Quartire milanese QT8: il commissario deve indagare su di una maldestra fucilata ad un droghiere esplosa da un giovane drogato per rapinargli l’incasso, che conduce alla morte della vittima. Una brutta storia, in un quartiere milanese dove

“la drogheria era uno dei pochi negozi che nel quartiere si ostinavano a non chiudere i battenti. Via via erano scomparsi il salumiere, la macelleria, e la piccola rivendita di frutta e verdura. Nel caseggiato a due piani, (…) era rimasta da un lato la farmacia e dall’altro un bar”.

Una Milano triste, solitaria, cupa, popolata da anziani con pochi averi, lontana dai fasti dell’Expo o della grande moda, dove la violenza è quasi prassi consolidata. Infatti poche ore dopo arriva un’altra vittima: un uomo disoccupato viene trovato morto nella sua poltrona con la testa fracassata. Si scoprirà poi che dietro la percepibile e scialba normalità delle vittime ci sono intrecci poco puliti:

“omicidi, appalti truccati, spaccio di droga, suicidi, prestito ad usura”.

Un giallo d’attualità, con tematiche molto reali. Una visione sapiente visione e un’analisi impietosa dei problemi delle città italiane di oggi, uno sguardo preciso e dettagliato sulla società e, infine, una bella trama costruita con estrema perizia.