Un piccolo gesto crudele di Elizabeth George

"Un piccolo gesto crudele", come si evince dai ringraziamenti finali, segna un nuovo inizio per la scrittrice Elizabeth George, che passa a un nuovo editor. Chissà perché sembra quasi di "annusarlo" questo ricambio, dalla "ripresa" delle vicende dei personaggi dell’ispettore Thomas Linley e del sergente Barbara Havers. Quest’ultima viene messa a dura prova dall’accusa di rapimento, che viene mossa a carico del vicino di casa e amico Taymullah Azhar.

Qui quello che veramente cattura è l’approfondita conoscenza del lato "umano" e femminile di Barbara Havers, prima nota solo per l’acume investigativo, l’insofferenza agli ordini e la stretta amicizia e lealtà con Linley. La ritroviamo invece descritta con lati fisici affascinanti, debolezze sentimentali e un’umanità cieca che fa tenerezza.

Sullo sfondo l’indagine che ha gli scenari londinesi tipici, ma anche i pittoreschi paesaggi italici Lucchesi, sebbene la scrittrice sembri indugiare un po’ troppo sul "pressapochismo" italiano, anche dell’apparato investigativo, e sulla consueta "indolenza" che fa parte di un’opinione a quanto pare, ancora diffusa all’estero!

E sebbene il lato meno "giallo" catturi più che in altri romanzi della serie, non si può non rimanere irritati da un certo "qualunquismo" nel ricorrere a stereotipi che pensavo ormai superati!

Comunque, la scrittrice sembra essere riuscita a riprendere in mano l’attenzione dei suoi appassionati lettori e a ridare "colore" a personaggi che parevano destinati a essere dimenticati.