Una donna in guerra di Roberto Costantini

Aba o Ice? In Una donna in guerra (Longanesi, 2021) torna Aba, e con lei Ice. Due facce della stessa medaglia. O, se volete, il lato buono e il lato perfido della stessa persona. La prima, madre amorevole ma anche severa. La seconda una madre che nessun figlio vorrebbe. Aba, fedele moglie di Paolo. Ice, una donna che Paolo non dovrà mai conoscere. Ufficialmente impiegata presso il ministero, in realtà è una spia che toglie molte castagne dal fuoco. Ai suoi cari ma anche e soprattutto a noi, ignari cittadini che non immaginiamo nemmeno quale sia la realtà che ci circonda.

Aba non può far vedere Ice agli altri, anche se lo vorrebbe tanto. Ice spesso porterà Aba con sé nel deserto. Un luogo reale ma anche interiore, un luogo in cui nessuno può sentirti gridare.
Giochi di potere, promesse non mantenute, maschere che cadranno e verranno rimpiazzate prima ancora di toccare terra. Aba fa la guerra perché vuol trovare la pace. Utopia? È quello che si chiede da tanto, troppo tempo…

Roberto Costantini torna con un personaggio magnifico, reale e sofisticato al tempo stesso. Soprattutto torna con il suo stile unico e inconfondibile, uno stile che ha un qualcosa d’incredibile, se pensiamo che questo geniale autore ha esordito soltanto dieci anni fa.
A dire il vero chiamare personaggi i protagonisti di questa pagine sarebbe riduttivo e oltraggioso, i dialoghi saranno puntuali e taglienti e le descrizioni minuziose e affascinanti, non pesanti come accade sovente in storie di questo tipo.
Una storia da divorare o centellinare. Personalmente faccio parte della prima ipotesi, sin dalla prima opera di Costantini.

Una donna in guerra è un libro dedicato a chi ma gli intrighi, certo, ma vi posso assicurare che il vero target di questa vicenda non è unico, perché le storie scritte bene sono ideali per chiunque.
L’ennesima conferma della maestria di Costantini, un libro che sarebbe un vero delitto perdere.