Uno sguardo sulla città
- Autore: Filippo La Porta
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Casa editrice: Donzelli
- Anno di pubblicazione: 2010
Il critico letterario Filippo La Porta, prima di intervistare ben ventitré scrittori sui luoghi dove sono nati, fa una premessa: l’omologazione paesaggistica ha portato ipermercati e zone di divertimento standardizzate dappertutto in Italia, quindi, se non si passa nel centro storico di una determinata città, Bergamo potrebbe essere Potenza e viceversa. Quello, però, che ancora resiste è il dialetto quindi solo attraverso di esso, siamo sicuri di essere in una certa regione.
Poi, essendo basato l’intero libro su interviste, capita di leggerne alcune molto divertenti, altre tristi, altre timide. Quest’ultime, fortunatamente poche, non ci fanno sapere se lo scrittore, residente o meno nella città natale, abbia avuto dei condizionamenti o delle suggestioni dalla stessa. Ciò perché gli scrittori hanno ancora una immagine sacrale della scrittura o solo perché non vogliono svelare i loro segreti.
Filippo La Porta non chiude l’intervista, per onestà intellettuale, ma si fa una gran fatica a capire dove gli scrittori vogliano andare. Altri, invece, come Antonio Pascale, per Caserta o Gaetano Cappelli per Potenza, vanno tenuti a freno, sennò si prenderebbero lo spazio dell’intero libro. Sono loro però, o altri, che dicono tanto su cosa significa vivere in una città non grandissima, come Roma o Napoli.
Afferma Gaetano Cappelli:
“Io non sono mai andato via da Potenza. Non ho mai neanche pensato di farlo...non va bene invece che se ne vadano quasi tutti perché non c’è lavoro. Certo le cose, tra alti e bassi, si evolvono comunque. Diciamo che quelli che si lamentano che in città non ci sarebbe niente da fare sono quelli che se ne starebbero davanti alla televisione anche in una grande città. Cinema, teatro, incontri con scrittori, concerti, locali in cui ascoltare musica, scuole di danza non ne mancano, perfino a Potenza”.
Edoardo Albinati, invece, di Roma dice cose belle, ma non vuole strafare e si adagia nell’andazzo che vuole Roma una città inabitabile:
“Soprattutto da ragazzo io sono stato molto diffidente verso Roma - città pigra e corrotta. Non sopportavo il suo tono nasale, andreottiano, fintamente conciliante, ma freddo... Roma è una città erbivora, tritura coi molari”.
Per altre città altri scrittori, per Milano Gianni Biondillo, per Bologna Marcello Fois, per Napoli Valeria Parrella, per Trieste Mauro Covacich.
Tutte le interviste sono da leggere, dall’inizio alla fine.
Uno sguardo sulla città. Gli scrittori italiani contemporanei e i loro luoghi
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