I guardiani dell’isola perduta
- Autore: Stefano Santarsiere
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2017
Ogni volta che un lettore osserva la prima pagina di un libro comincia una sorta di sfida: una sfida che può concludersi con la delusione, e il conseguente abbandono della lettura, oppure con l’inizio di un viaggio attraverso una nuova storia.
Quando ho aperto “I guardiani dell’isola perduta” non sapevo bene cosa aspettarmi, dato che non conoscevo “La mappa della città morta” (il precedente episodio della saga dedicata al giornalista Charles Fort, sempre edito da Newton Compton); sapevo che il racconto ruotava appunto intorno a Charles, il quale si sarebbe trovato alle prese con un mistero riguardante le strane attività di un’azienda farmaceutica e certe prodigiose creature marine nascoste nel profondo degli abissi...
Sapevo che sarebbe stato accompagnato nella sua avventura da una donna dal nome lunare, Selena; che c’era di mezzo un collega morto in un incidente (che incidente non era) e che parte della vicenda sarebbe stata ambientata nelle esotiche isole Fiji.
Questi pochi elementi mi avevano intrigata già abbastanza da spingermi innanzitutto a sollevare la copertina e dare un’occhiata alle prime righe ma il libro non aveva ancora vinto la sua sfida.
Affinché ciò accadesse è stato necessario che le immagini affascinanti del prologo fluissero dalla carta alla mia mente, trasportandomi piano piano nelle profondità del mare e del tempo, laddove la storia nasce: il brano iniziale racconta infatti il viaggio e lo scopo di un animale delle acque, un animale antico che ormai non esiste più, e racchiude lo stesso mistero, lo stesso silenzio, gli stessi riflessi di luce e ombra e la stessa forza che ho poi ritrovato nelle pagine seguenti, fino all’ultima parola.
Il viaggio, il pericolo, l’ordine naturale delle cose, la missione... forse il sacrificio. Ecco gli elementi chiave del nuovo thriller di Stefano Santarsiere che l’autore ha saputo condensare nel breve spazio di un prologo e ha con sapienza rielaborato per tutta la durata della sua narrazione, toccando la memoria mal ridotta di Charles Fort e il lutto che la nervosa Selena è costretta a sopportare, la follia di individui avidi e potenti e, poi, le usanze dei fijiani sulla spiaggia notturna, senza tralasciare qualche incursione nel mondo delle leggende popolari (un mondo che ha radici più profonde di quanto si pensi, dato che è diretta espressione delle paure e dei sogni degli uomini). Tutto questo, però, esiste già nella prima frase del romanzo.
Solo così un libro vince la sua sfida: essendo se stesso fin dall’inizio, fin dalla prima, fatale immagine suscitata nella mente del lettore. E “I guardiani dell’isola perduta” ha senz’altro trionfato.
I guardiani dell'isola perduta
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