Il paradosso di Napoleone
- Autore: Carlo F. De Filippis
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2017
Carlo De Filippis, torinese, dopo il suo romanzo d’esordio Le molliche del commissario, torna in libreria a maggio 2017 con Il paradosso di Napoleone, sempre con protagonista indiscusso il commissario Salvatore Vivacqua, detto “Totò” dai pochi intimi a cui è concesso l’onore.
Salvatore Vivacqua a Torino è commissario di Polizia e capo della Omicidi. Siciliano, trapiantato, ha più di cinquant’anni e l’orecchio sinistro tranciato da un colpo di pistola. Una figura di investigatore tenace e comprensivo,
“dai metodi poco ortodossi e dalla grande intelligenza”, divertente per il suo particolare senso dell’umorismo tipico dei siciliani e una grande umanità, nonostante i crimini che deve affrontare. Totò ha imparato ad amare la sua città, trovando nella capitale sabauda più di un richiamo alle terre natie:
“per quel tono di serietà che Torino mette nelle cose, quel senso di dignità, di eleganza, di storia che solo se sei nato nel Sud riesci a capire”.
“Il paradosso di Napoleone” è un noir che alterna dialoghi brillanti e scene thriller efficaci, con al centro un killer indecifrabile e spietato.
Tutto inizia quando a Vivacqua arriva una telefonata dal questore, che gli intima di recarsi immediatamente a Carmagnola per una grana bella grossa, un ginepraio che mette a dura prova le capacità del nostro: Pierluigi Paternostro, ex hippie tanto geniale quanto sregolato, è stato massacrato nella sua maestosa tenuta di campagna. La vittima era una persona pacifica, magari originale, ma senza nemici ed è difficile pensare a qualcuno così pieno di odio da volerlo uccidere in quel modo, con così tanta, efferata violenza. A complicare ancora di più le indagini il fatto che il cadavere è stato rinvenuto a ben quattro giorni dalla sua morte, un lasso di tempo che comporta un ritardo investigativo pesantissimo. Mentre il commissario, come è solito operare, cerca i minimi indizi rivelativi, ecco che i cadaveri aumentano e le alte sfere, i politici e le varie autorità premono per una risoluzione in breve, facendogli intendere che se non riuscisse a trovare un colpevole in tre giorni, si troverà senza più indagine, che sarà affidata ad un esterno. Ecco che il nostro commissario, con così pochi giorni a disposizione, si trova costretto a dare il massimo e a puntare molto sulla sua squadra: il mite serafico analitico Sergio Santandrea, detto il Giraffone, l’atletico Migliorino, il più apprezzato nel lavoro sul campo, e poi Carbone, Pantanè… e un ospite speciale: il dottor Meucci, funzionario del Ministero in visita, un romano fanatico per Napoleone, argomento su cui ama intrattenersi con dovizia di aneddoti e interpretazioni storiche. Infatti così ragiona:
“Il paradosso è che a Marengo Napoleone vince perché l’imponderabile ha capovolto le parti: gli ha staccato una cambiale che prima o poi dovrà essere rimborsata. Lui non lo sa, ma la scadenza è a quindici anni esatti, in un angolo dimenticato del Belgio, a Waterloo. Può darsi che l’uomo al quale state dando la caccia, quello che sguscia a causa dell’imponderabile, abbia esaurito il credito, e magari adesso è ora di stanarlo.”
E proprio “il paradosso di Napoleone” giocherà un ruolo fondamentale verso il finale di partita, quando Vivacqua e il killer si troveranno uno di fronte all’altro. Un’ottima ed intrigante lettura.
Il paradosso di Napoleone. Un'indagine del commissario Vivacqua
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