A Coney Island of the Mind di Lawrence Ferlinghetti

A Coney Island of the Mind (minimum fax, 2018, traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan) vide la luce nel lontano 1958 e fu tradotto nella lingua di Dante soltanto parecchi anni dopo. Fa strano pensarlo, al giorno d’oggi, quando ormai tutto viene “adattato” quasi all’istante: libri, film, videogiochi, eppure il mondo, più di mezzo secolo fa, girava così.

A Coney Island of the Mind è una raccolta di poesie alcoliche e bucoliche, versi spregiudicati e diretti che tolgono il fiato e donano respiro, composte di parole ideali per un sottofondo jazz: due arti che in questo libro s’incontrano e partoriscono un figlio a dir poco geniale (tanto è vero che i Timoria, diversi anni fa, hanno incluso nel loro disco El Topo Grand Hotel un brano recitato dallo stesso Ferlinghetti, e la canzone si chiamava, appunto, Ferlinghetti Blues). Una sarabanda che delizierà i nostri sensi, un giro sulle montagne russe che ci farà urlare di terrore e piacere.

Lawrence Ferlinghetti non ha certo bisogno di presentazioni, la sua arte vive da decenni e giunge ogni giorno a persone che l’adorano e ad altre che ne fanno la conoscenza e imparano ad apprezzarla. Un poeta immenso, un cantore di vite che riesce a far breccia in modo incredibilmente facile nei cuori della gente. Un volume ideale per gli amanti della poesia e anche per tutti gli altri, perchèéscopriranno qualcosa di bello. Un libro che dirà tantissime cose con parole schiette e sincere da ascoltare e rileggere ogni giorno.