Abissi d’acciaio di Isaac Asimov

Abissi d’acciaio è stato il libro di consacrazione per Isaac Asimov che, come raccontò lui stesso, a partire da questo titolo (il suo undicesimo) ottenne i contratti per la pubblicazione dei seguenti "sulla parola".

Ho acquistato in blocco su LaFeltrinelli.it, approfittando di un ottimo sconto sulla collana Oscar Mondandori, tutti i libri del "ciclo dei robot" (che non avevo mai letto) e dello straordinario "ciclo della fondazione" che fu uno dei capisaldi dei miei gusti adolescenziali in tema di libri: a 13 anni Asimov era senza dubbio il mio mito e l’avrei messo decisamente in copertina se avessi inciso il mio "Sgt. Pepper" in quegli anni.

Abissi d’acciao è il primo libro del "Ciclo dei robot" ed è un libro che, decisamente, non tradisce la buona fama che l’autore aveva ed ha ai miei occhi.

Inoltre il libro introduce un personaggio che sarà poi centrale nel ciclo della fondazione e che non sapevo affatto che avrei trovato qui: Daneel Oliwav, robot.

Il libro è ambientato sulla terra in un futuro piuttosto lontano in cui il pianeta è estremamente sovrappopolato (8 miliardi di persone, forse Asimov aveva un pò sottostimato il concetto di sovrappopolazione considerando quanti siamo ad oggi sul pianeta) e ridotto ad una serie di citta "sotto-cupola" incentrate sull’efficienza, unico sistema sociale che possa permettere ad una tale massa di esseri umani di soprvvivere in un ambiente dalle risorse limitate come il pianeta terra.

Al contempo esistono decine di mondi esterni al sistema solare colonizzati dai terresti secoli prima; dopo questo slancio esplorativo però coloro che rimasero sulla terra svilupparono una specie di misantropia verso l’esterno generando una sorta di avvitamento socioeconomico che ha portato i terrestri a temere l’esterno, inteso anche semplicemente come l’aria aperta all’esterno delle cupole.

Di contro, gli spaziali vivono in mondi sottopopolati, agiatamente "serviti" dai robot che provveddono a mandare avanti la baracca metre gli spaziali stessi si godono la vita, anche questo sistema teoricamente perfetto sembra essere però in crisi per motivi opposti rispetto alla terra e così un gruppo di spaziali torna sul pianeta terra per introdurre anche lì la cultura dei robot e generare dei risultati che garantiscano un futuro all’umanità.
Da questo contesto nasce la trama del romanzo che è di per sè un giallo.

Personalmente di Asimov amo moltissimo la sua capacità di creare mondi futuribili e simularne l’andamento e le criticità proprio sotto l’aspetto sociale. Probabilmente devo a lui l’interesse che coltivo ancora oggi per questi argomenti riguardo alla società odierna.

Il libro è godibile e si legge in fretta, meno male che ho già comprato il sequel e che ho potuto iniziarlo subito... Asimov, almeno per me, è una specie di droga.