Adele
- Autore: Giuseppina Torregrossa
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Nottetempo
- Anno di pubblicazione: 2012
Il monologo teatrale “Adele” che è valso all’autrice, la scrittrice palermitana Giuseppina Torregrossa, il Premio Roma 2008, viene pubblicato ora da Nottetempo nella piccola collana “Gransasso”... per gli amanti del teatro una sorpresa!
Adele è una donna siciliana che somiglia alle sue antenate verghiate, una per tutte “La lupa”.
La fierezza, la forza, la determinazione, il coraggio, ma alla fine anche la fragilità e la consapevolezza della sconfitta segnano la personalità anche della contemporanea Adele.
Il racconto in forma scenica è scandito da tre atti, nei quali la vita della protagonista viene da lei stessa raccontata, con passione ma anche con tutta la violenza che corrisponde alla condizione di una donna siciliana che negli anni Sessanta del secolo scorso si trova appena diciottenne incinta di un uomo che si dilegua; accetta il suo destino di donna “buttana” e sa che non può non accettare per marito uno che nessuno vuole: il “manciato” è uno scapolo che soffre di una grave malattia della pelle che lo rende repellente. Totò la prende in moglie accettando il patto che lei gli impone: mai dovrà toccarla, anzi da subito vivranno e dormiranno separati.
Dopo la nascita del piccolo Ciccio per Adele comincia l’inferno: il neonato che ha due dentini aguzzi, un piccolo Dracula, non farà che urlare e ferire il seno della madre per almeno un anno; il Manciato, che ha scrupolosamente accettato il patto che lo relega lontano dalla moglie, troverà invece il modo di avvicinarla perché solo con lui il bambino urlante e vorace sembra acquietarsi. Ma il dramma si avvicina, e Adele, che credeva di essere libera, troverà invece il Manciato pronto a violentarla, a ingravidarla, a ferirla.
Il secondogenito Gabriele sarà un bambino poco amato, mentre l’attenzione sarà tutta rivolta a Ciccio, violento, nullafacente, provocatore, fino a che la stessa Adele si troverà a batterlo con ferocia per scaricare su di lui tutte le sue frustrazioni di donna e di madre.
L’autrice si serve di un dialetto duro ma comprensibile, che ci racconta una società maschilista, dove atroci delitti vengono consumati nel silenzio delle case, dove i codici di comportamento sembrano sopravvivere immutati, dove gli odi sono terribili, le gelosie inguaribili, dove i legami familiari sono viziati da incomprensioni ataviche, dove la sessualità è il peccato da scontare e i sentimenti sembrano non esistere. Una società arcaica, cupa, oscura, nella quale il pregiudizio si intreccia con la voglia di riscatto, ma quasi mai per le donne, sembra suggerire la chiusa del monologo.
Adele
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