Amorino di Isabella Santacroce

Due ragazze giungono in un luogo tranquillo, isolato, persino anonimo e ne sconvolgono le abitudini.
Le persone che vivono lì saranno incuriosite dalla strana aura di queste due fanciulle, dalla loro grazia e dalla loro sensualità. Una curiosità che si tramuterà in passione, gioia, terrore, ribrezzo, voglia di conoscere quel qualcosa di nuovo che ci terrorizza ma che ci trascina inesorabilmente verso.
Attorno a queste due fanciulle, oltre allo scompiglio, giungerà anche qualcos’altro. Anzi, qualcun altro. Meglio ancora, qualcun’altra…
Chi? Un personaggio ideato dalla sapiente mente di Isabella Santacroce?
Beh, diciamo di sì, in realtà sarà proprio la stessa autrice a penetrare nella sua storia e sconvolgere ancor di più il precario equilibrio degli abitanti del villaggio.
Non crediate, però, che le ripercussioni riguarderanno soltanto gli altri.
La stessa Isabella si nutrirà, amando e odiando, di ciò che nascerà dalle sue gesta e, soprattutto, dalle sue parole…
Isabella Santacroce in “Amorino” (Bompiani, 2012) ci narra una vicenda ricca di colpi di scena, di vicende taglienti che vi strazieranno la carne e vi getteranno in un fango che sembrerà soffocarvi ma che, invece, vi terrà sadicamente in vita.
Giusto quel tanto per farvi proseguire in una storia che vi circonderà, non vi lascerà fuggire perché vuole essere ascoltata.
E, sapete? Sarete proprio voi, i primi a volerla ascoltare.

Un titolo “tenero” per un libro che risuonerà come un pugno nello stomaco, l’ennesima prova che Isabella non solo sa scrivere, ma sa comunicare qualsiasi stato d’animo. Persino quelli che ancor non conoscevate.