V. M. 18 di Isabella Santacroce

Chissà quanti di voi, me compreso, prima di leggere questo volume pensavano, anzi, erano sicuri, che non si sarebbero impressionati di fronte a nulla, d’aver già letto tutto il leggibile, d’aver immaginato e scoperto ogni più marcio angolo della mente umana. Beh, forse, dopo che avrete letto questo libro, vi ricrederete…

Desdemona è sempre stata una bambina particolare. Il sesso per lei non ha mai avuto segreti. Una crescita fulminea e le prime esperienze sono state precoci, scaraventandola in un universo tutto suo, con le sue regole efferate e maliziose. I suoi bersagli le subiranno, senza nemmeno accorgersene.

A 14 anni, il collegio non è certo un luogo per calmarla, ma un nido ideale per scovare complici e fregiarsi di atroci delitti a discapito di chiunque, le sue compagne, i professori, persino i suoi fedeli amanti.
Orge, omicidi inscenati come suicidi, omicidi veri e propri, ma mai come dilettanti (una coltellata, un colpo d’arma da fuoco, una spinta giù da una finestra) ma con vere e proprie elucubrazioni machiavelliche o esecuzioni. Trame che s’intrecciano in una tela così fitta che nemmeno il ragno più meticoloso avrebbe osato tessere. Orrore e raccapriccio, finto amore sfavillante e devozione, imbrattato di sangue, viscido e denso, nero e sporco di sesso.

Molte volte ho scritto nelle recensioni che il libro in oggetto sarebbe stato un pugno nello stomaco. Questa volta non andrà in questo modo. Questo volume sarà un pestaggio sanguinario, senza regole, senza pietà, senza esclusione di colpi. Resterete vivi, questo è certo, ma quello che non so è se avrete la forza di rialzarvi.