Basta poco per sentirsi soli
- Autore: Grazia Cherchi
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: E/O
Grazia Cherchi, critica letteraria, giornalista e scrittrice, è stata una delle più grandi editor che l’industria culturale italiana abbia avuto e una donna che ha speso, con grande passione, interamente la sua vita nel mondo letterario. Era nata a Piacenza nel 1937 e giovanissima fondò la rivista Quaderni piacentini. Inizialmente legata ai problemi della città, la rivista successivamente cambiò taglio editoriale orientandosi sulle tematiche politiche e sociali nazionali.
I Quaderni piacentini ebbero un grande successo e numerose furono le firme che collaborarono, da Goffredo Fofi, Giovanni Raboni, Franco Fortini, Roberto Roversi ad Alberto Asor Rosa. La Cherchi è stata l’editor di alcune tra le più importanti case editrici quali Rizzoli, Mondadori, Feltrinelli e ha tenuto rubriche culturali su Il Manifesto e L’Unità. Svolgeva il suo lavoro con dedizione e fermezza e amava ricordare spesso la regola per lei fondamentale: l’editor deve essere sempre al servizio dell’autore e non dell’editore.
In Basta poco per sentirsi soli (Edizioni E/O, 1991), la scrittrice narra alcune delle sue giornate trascorse nello svolgere intensamente il suo lavoro di lettrice di narrativa italiana e chiude il piccolo volume con singolari note di momenti personali, squarci della sua vita quotidiana. Non si risparmiava nell’incontrare scrittori sull’orlo di una crisi di nervi, poeti che vendendo meno si sentivano frustati e che se la prendevano sempre l’uno con l’altro, come certi gruppuscoli d’antan, o sconosciuti che si preannunciavano al telefono come l’architetto Bruno, compagno di liceo, che da due anni viveva l’inquietudine di voler diventare uno scrittore.
Racconta di un periodo nel quale veniva cercata disperatamente da medici, commercialisti, avvocati, cardiologi, amici degli amici e da tanti altri.
“Anche lui, nessuno legge più e si mettono a scrivere anche i cardiologi. Bisognerebbe razionare la carta: a ciascuno secondo le capacità!”
Nonostante numerosi manoscritti venissero rifiutati, pareva che all’improvviso tutti fossero diventati aspiranti scrittori e che desiderassero essere Moravia. Grazia non ha più pace, né riposo, il suo è un intenso e laborioso reportage di quel lavoro certosino che l’ha resa unica, con una sigaretta accesa l’una dietro l’altra ed infine, con le ore della notte trascorse a leggere, correggere e riscrivere.
Il lettore si appresta con partecipazione a leggere un bellissimo dialogo, malinconico e ironico, tra il suo io narrante e gli amici intellettuali della scrittrice. Attraverso lei conoscerà il mondo claustrofobico di alcuni di loro, fatto di ordinarie abitudini e di piccole manie e, sempre attraverso lei, comprenderà il mondo editoriale dei romanzi e dei premi letterari.
“Erano già le otto. Non avevo tempo da perdere, l’appuntamento era per le nove. Invano avevo protestato: di mattina sono al peggio, posso solo sbrigare faccende di ordinaria amministrazione. E invece c’era un romanzo da discutere e prevedevo un colloquio tutt’altro che facile. Fumando senza interruzione presi a dare un’ultima scorsa alle cartelle ammucchiate in pila disordinata sul divano. Ma non era il momento giusto: il mio umore depresso rischiava di peggiorare il giudizio."
Un delizioso libricino per conoscere la vita e lo stile, sempre coerente, della nostra indimenticabile signora ribelle della letteratura o come molti la definivano, la zarina delle lettere italiane, che sapeva sostenere con caparbietà lo scrittore affermato (non vedo in Europa scrittori migliori dei nostri) e con lo stesso zelo il migliore tra gli esordienti squattrinati.
Basta poco per sentirsi soli
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